Brexit: nuovo rinvio al 31 ottobre
Nella riunione del 10 aprile i Leader dell'Unione Europea hanno concesso al Regno Unito un'ulteriore estensione dell'Art. 50 fino al 31 ottobre 2019 in modo da consentire la ratifica dell'accordo di recesso.
Il vertice straordinario del Consiglio dei capi di stato e di governo UE ha individuato la data del 31 ottobre come termine ultimo per definire le modalità di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Da parte del Governo May c'è l'impegno a raggiungere un accordo con i laburisti per far passare l’Accordo di recesso. Un'uscita prima di questo termine sarebbe possibile nel caso di approvazione anzitempo dell'accordo da parte della Camera dei Comuni
A fronte di questa proroga al Regno Unito viene richiesto di partecipare alle prossime elezioni europee: se, per qualsiasi ragione interna, il Regno Unito non dovesse partecipare alle elezioni europee scatterebbe l'uscita automatica dalla UE al 1° giugno.
Elezioni Europee - Il Regno Unito dovrebbe quindi partecipare alle elezioni europee del prossimo 26 maggio, nel caso non riesca a far passare l'Accordo di recesso prima di tale data.. Per quanto riguarda la redistribuzione dei deputati britannici tra gli altri paesi, i tre che spettano all’Italia verranno comunque eletti a fine maggio e verranno messi “on hold”. Una volta che il Regno Unito sarà diventato Stato terzo entreranno in carica.
Le previsioni - In questo contesto, se il Regno Unito partecipasse alle elezioni europee, a fare le spese dell'attuale situazione potrebbero essere proprio i Conservatori, crollati nel giro di un mese di quasi quattro punti (36,4%) nella media dei sondaggi pubblicata da Youtrend. Più vicini, ma anch’essi in discesa, i Laburisti (33,1%). Il dato più evidente è proprio il crollo dei due grandi partiti: se un anno fa laburisti e conservatori raccoglievano insieme oltre l’82% dei consensi, oggi tale quota è scesa a meno del 70%.
In crescita lo UKIP, che nel giro di dodici mesi ha raddoppiato i propri elettori (6,3%), ma soprattutto la voce “altri”, che si sta arricchendo di due formazioni: il Brexit Party di Nigel Farage, stimato fra il 4 e il 5%, e l’Independent Group, che non si è ancora costituito come partito ma che secondo Opinium veleggia anch’esso intorno alla stessa cifra.
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