Previsioni 2024 a confronto: crescita di PIL compresa tra il +2,1% e il +3,1% per l’economia mondiale, tra il +0,4% e il +0,9% per l’Area euro, tra il +0,4% e il +0,8% per l’Italia

Sintesi dei più recenti scenari previsivi per il 2024.

Nonostante il rallentamento che si protrae dallo scorso anno, gli scenari più aggiornati dei maggiori previsori riportano uno quadro globale per il 2024 nel complesso positivo, sebbene le stime di crescita siano ancora divergenti, dal +2,1% (secondo REF Ricerche) al +3,1% (secondo il Fondo Monetario Internazionale). L’atterraggio più o meno morbido dipenderà dal grado di tenuta dell’economia statunitense, dal (debole) contributo della Cina e dalla forza di ripresa dell’Eurozona soprattutto nella seconda metà dell’anno. Anche l’andamento dell’Italia dovrebbe diventare più vivace dopo l’inverno, con una forbice di previsione per l’anno in corso per ora comunque abbastanza ampia, dal +0,4% (scenario Prometeia) al +0,8% (scenario Ufficio parlamentare di bilancio, Upb).

L’economia globale resiste tra prospettive di soft landing e inflazione in calo

La resilienza dimostrata dall’economia globale nel 2023 continuerà anche nel 2024, con aspettative di crescita del PIL che sono però ancora molto eterogenee negli scenari più recenti formulati dai maggiori previsori, dal +2,1% di REF Ricerche, che prospetta una dinamica ancora solida ma più contenuta del 2023 (+2,8%), al +3,1% del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che invece prevede tassi di crescita in linea con lo scorso anno.

Elementi di ripresa…

Lo scenario di tenuta è determinato dai sempre più convincenti segnali di soft landing negli USA, che, dopo un’espansione sopra le attese nel 2023 (tra il +2,4% e il +2,5%), vedono stime di crescita per l’anno in corso più basse ma comunque positive, da un minimo di +1,3% (REF Ricerche) a un massimo di +2,1% (FMI). Altro fattore di influenza favorevole sul quadro economico mondiale è il generale calo dell’inflazione, che sul finire dello scorso anno è tornata in linea con le medie storiche sia in Europa che negli USA. In particolare, la debolezza della domanda e gli alti stoccaggi di gas (sui massimi storici in Europa) tengono bassi i prezzi dei beni energetici, sebbene permangano alcuni rischi di rialzo, l’ultimo dei quali rappresentato dall’attuale situazione in Medio Oriente, dove il protrarsi della crisi potrebbe generare pressioni sul lato dell’offerta. Inoltre, gli indicatori globali di fiducia rimangono nel complesso deboli ma registrano un andamento incoraggiante nei servizi, che dopo una discesa negli ultimi mesi stanno gradualmente riprendendo forza; rimane invece negativa la situazione del manifatturiero, sebbene non su livelli particolarmente preoccupanti e ben lontani da quanto osservato durante il Covid e la crisi del 2008.

Tabella 1 Previsioni di crescita del PIL (2024)


Fonte: FMI, Oxford Economics, Prometeia, REF Ricerche

…e fattori di rallentamento

Lo scenario previsivo non è esente da dinamiche divergenti tra Paesi. Se, da un lato, nel 2023 gli USA hanno performato meglio del previsto, dall’altro l’economia cinese ha deluso le aspettative legate all’abbandono della politica zero-Covid, crescendo del +5,2%, quindi sotto la media storica, e con attese di ulteriore decelerazione nel 2024, tra il +4,4% (Oxford Economics) e il +4,6% (FMI).

Al contempo, la stagnazione che ha caratterizzato l’Eurozona nel 2023 (crescita stimata intorno al +0,5%) è prevista protrarsi nel breve termine, così come riportato dagli indicatori sintetici di fiducia che, trovandosi sotto la media storica, dipingono un quadro poco positivo per i prossimi mesi. Per un primo rafforzamento dell’economica europea bisognerà attendere la seconda metà dell’anno, nella quale si prospetta un’inflazione intorno al target del 2% e la ripresa del consumo privato. Nel complesso, le stime di crescita per il 2024 oscillano tra il +0,4% di Prometeia e REF Ricerche al +0,9% del Fondo Monetario Internazionale, che, come per le altre economie, riporta il quadro più “ottimista”.

L’Italia va oltre le attese nel 2023 e avrà ulteriore spinta sul finire del 2024

L’andamento dell’area Euro nel 2023 è la sintesi di forze differenti: tra queste, il freno derivante dalla contrazione della Germania (-0,3%) è stato compensato dalla più forte tenuta dell’Italia (+0,7%). Le attese per il PIL nazionale nel 2024 rimangono eterogenee, tra chi prevede un’espansione lievemente più alta che nel 2023 (+0,8% per l’Upb), chi prospetta la stessa velocità (+0,7% per FMI e Istat) e chi una lieve decelerazione, con il tasso di crescita più basso pari al +0,4% (Prometeia); analogamente all’eurozona, la ripresa italiana sarà più forte a partire dal secondo semestre.

Guardando alla dinamica dei prezzi, l’inflazione italiana si è ridotta sul finire del 2023 più che negli altri principali Paesi europei, guidata soprattutto dal pronunciato calo dei prezzi dei beni energetici; nel 2024 si prospetta un‘ulteriore rapida discesa di quest’ultimi e un maggiore rallentamento della componente core. Queste dinamiche porterebbero l’inflazione dal 5,7% medio annuo del 2023 a valori compresi tra l’1,5% (Oxford Economics) e il 2,1% (Prometeia).

Tabella 2  ITALIA, Previsioni di crescita del PIL e dell’inflazione (2024)

*dato Istat
Fonte: Banca d’Italia, Consensus Economics, Istat, FMI, Oxford Economics, Prometeia, REF Ricerche, Upb.

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