Presentato il Rapporto annuale di Confindustria sulla filiera della salute

La filiera della salute risulta, in via sempre maggiore, uno dei principali motori dell'economia del nostro Paese, rappresentando il 10,7% del PIL e il 10% dell'occupazione italiana, per un totale di 2,4 milioni di occupati.

Il 31 gennaio scorso, Confindustria ha presentato il Rapporto sulla filiera della salute 2018, documento realizzato con la collaborazione di Aiop, Assobiomedica, Farmindustria, Federchimica e Federterme, con il coordinamento del Gruppo Tecnico Scienza della vita. Obiettivo principale del report è quello di fornire evidenze sul ruolo centrale e sul valore sociale ed economico della filiera della salute nel suo complesso all'interno del Paese.

Alcuni dati

La filiera della salute rappresenta il 10,7% del PIL italiano e occupa un totale di 2,4 milioni di cittadini, pari al 10% della forza lavoro complessiva del Paese, rappresentando quindi uno dei principali driver per lo sviluppo socio-economico dell'Italia.

Secondo lo studio il settore privato rappresenta il perno della White Economy, parliamo quindi di aziende farmaceutiche, stabilimenti termali, produttori di dispositivi medici, fino alle stesse strutture ospedaliere. Nel 2015, la filiera privata della salute, intesa come manifattura, commercio e servizi privati, ha rappresentato all'interno dell'economia delle imprese italiane:

  • il 4,9% del fatturato (144 miliardi di euro);
  • il 6,9% del valore aggiunto (49 miliardi di euro);
  • il 5,8% del numero di occupati (circa 910.000 persone);
  • il 6,7% delle esportazioni nel 2015 e il 7,1% nel 2016 (pari a oltre 28 milioni di euro).

A fronte di una riduzione generale dell'occupazione generale pari al 9,2% tra 2008 e 2015, quella relativa alla filiera della salute è aumentata del 3,35%, con una predominanza del settore dei servizi sanitari nel quale l’occupazione è cresciuta del 9,7%.

Questi importanti risultati sono ottenuti anche grazie a un mix di welfare, cure ospedaliere di qualità, assistenza primaria in evoluzione, compreso il settore termale e della riabilitazione, e un'industria che investe nell'innovazione farmaceutica, diagnostica e biomedica circa 2,8 miliardi di euro, ovvero il 13% del totale degli investimenti in ricerca e innovazione in Italia (con un’incidenza sul valore aggiunto generato dalle imprese superiore al 15%). Secondo il rapporto degli oltre 2 milioni e mezzo di euro che vengono investiti ogni anno, 700 milioni sono destinati agli studi clinici, e non ci dimentichiamo che per ogni euro investito in uno studio clinico ne facciamo risparmiare 2 al sistema sanitario nazionale perché negli studi clinici, oltre a fornire il farmaco gratuitamente, sosteniamo tutte le spese del paziente.

È possibile scaricare il rapporto nella sezione "contenuti correlati" in basso alla pagina.

 

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