Emergenza COVID-19: linee guida per l'utilizzo di mascherine

Linee guida per le realtà sanitarie e socio-sanitarie, condivise dal Ministero della Salute e realizzate grazie al Gruppo di Lavoro elaborate dal Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni.

La Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria ha recentemente condiviso le "Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS CoV 2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID 19) nell’attuale scenario emergenziale". Il documento è aggiornato al 28 marzo 2020.

Per scaricare le linee guida, clicca qui.

Estratto del documento

Nell’attuale scenario emergenziale COVID-19 italiano, la selezione del tipo deve tenere conto del rischio di trasmissione di SARS-CoV-2; questo dipende da:

  1. tipo di trasmissione (da droplets e da contatto);
  2. tipo di paziente: i pazienti più contagiosi sono quelli che presentano tosse e/o starnuti; se tali pazienti indossano una mascherina chirurgica o si coprono naso e bocca con un fazzoletto la diffusione del virus si riduce notevolmente;
  3. tipo di contatto assistenziale - Il rischio aumenta quando:
    • il contatto è ravvicinato (< 1 metro) e prolungato (> 15 minuti)2.
    • il contatto è di tipo ripetuto o continuativo, tale da aumentare il tempo complessivo di esposizione sia in ospedale che in altri ambiti assistenziali territoriali (come ad esempio operatori del territorio coinvolti nella assistenza medica ripetuta e/o continuata di casi sospetti e confermati di COVID-19)
    • si eseguono manovre e procedure a rischio di produrre aerosol delle secrezioni del paziente (esempi: rianimazione cardiopolmonare, intubazione, estubazione, broncoscopia, induzione di espettorato, terapie in grado di generare nebulizzazione, NIV, BiPAP, CPAP, tampone nasofaringeo, anche effettuato in comunità).


In questo contesto emergenziale e di carenza di DPI, I filtranti facciali devono prioritariamente essere raccomandati per gli operatori sanitari impegnati in aree assistenziali dove vengano effettuate procedure a rischio di generazione di aerosol. L’attività assistenziale prolungata e/o continuata con pazienti sospetti/probabili/confermati, in via precauzionale è considerata a maggiore rischio, e come tale, è necessario valutare l’uso dei filtranti facciali in base alla disponibilità e in base alla valutazione del rischio della struttura, effettuata dal datore di lavoro con la collaborazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente.

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