Education at a glance 2022
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Report annuale dell'OCSE
L’OCSE ha pubblicato Education at a glance 2022, il report annuale che offre una comparazione a livello internazionale dei sistemi di istruzione nei Paesi dell'OCSE e nei Paesi partner.
Istruzione terziaria: l’Italia migliora ma non abbastanza
La quota di 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario è cresciuta in Italia, passando dal 10% nel 2000 al 28% nel 2022. Tuttavia, l’incidenza vede l’Italia ancora in arretrato rispetto, non solo alle nazioni più virtuose (come Canada o Giappone), ma anche rispetto alla media OCSE.
La bassa incidenza di laureati italiani è collegata al fenomeno dell’abbandono dei corsi: il 31% degli iscritti ad un corso di laurea triennale non risulta né laureato né iscritto alla fine dei tre anni.
Al fenomeno dell’abbandono si affianca anche il tema dei tempi di conseguimento del titolo di studio. Secondo l’analisi, l’Italia presenta un tasso di completamento più basso rispetto ad altre economie dell’OCSE: il 53% degli studenti di laurea triennale consegue il titolo entro tre anni dalla fine prevista del ciclo di studi, rispetto al 68% in media in tutta l'area dell'OCSE.
Per quanto riguarda lo sbocco sul mercato del lavoro, il conseguimento del titolo di studio terziario premia in termini di tasso di impiego, anche se in Italia meno che in altri Paesi OCSE.
Tassi di impiego più elevati si riscontrano tra i giovani che conseguono un titolo presso un ITS (Istituto Tecnico Superiore), ma gli effetti sul mercato del lavoro non sono ancora così evidenti poiché la partecipazione, e quindi il conseguimento della qualifica ai corsi ITS, è ancora molto bassa (meno dell’1% dei 25-34 enni possiede una qualifica conseguita presso un ITS).
L’investimento italiano in istruzione è ancora basso
Tutti i Paesi dell'OCSE destinano una quota consistente del loro prodotto interno lordo agli istituti di istruzione. Nel 2019, i Paesi dell'OCSE hanno speso in media il 4,9% del loro PIL per gli istituti di istruzione dal livello primario a quello terziario. In Italia, la quota corrispondente è stata pari al 3,8%. Tra il 2008 e il 2019, la spesa per gli istituti di istruzione intesa come quota del PIL è diminuita di 0,1 punti percentuali.
In termini di NEET…il Covid-19 non ha aiutato
Come è avvenuto anche in altre economie, con la crisi sanitaria è aumentata la quota di NEET, cioè i giovani che non studiano e non lavorano. In Italia, l’incremento ha interessato la fascia dei 20-24enni e ancora più quella dei 25-29enni. Infatti, dopo essere aumentata fino al 31,7% nel 2020, la quota di NEET di età compresa tra 25 e 29 anni in Italia ha continuato ad aumentare fino al 34,6%nel 2021.
Il report completo è disponibile al seguente LINK.
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