Tutela della salute e sicurezza e ondate di calore: la prevenzione ai tempi del COVID

Il clima italiano ha subito un generale riscaldamento nelle ultime estati ed è opportuno adottare opportune misure tecniche, organizzative e procedurali a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori

Gestione delle ondate di calore in azienda in epoca COVID-19

Come negli anni passati (leggi un articolo precedente), d’estate si presenta il tema di come pianificare le attività di prevenzione per contrastare gli effetti del caldo all’interno dei luoghi di lavoro; anche nel 2021 è importante tenere in considerazione la perdurante epidemia COVID-19 e l’obbligo di mascherina previsto dal Protocollo condiviso 6 aprile 2021.

Come per tutti gli aspetti legati alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in epoca COVID-19, sarà necessaria la collaborazione e il dialogo fra servizi di prevenzione e protezione, medici competenti e rappresentanti dei lavoratori, in sinergia con le risorse umane, al fine di garantire l’adeguato confort termico nel rispetto delle disposizioni anticontagio.

Con oltre 3 milioni e mezzo di Italiani guariti dal COVID-19 (fonte: bollettino quotidiano Ministero della Salute - 16 maggio 2021), occorre considerare che vi possono essere molti lavoratori definibili “guariti” ma per i quali esiste la possibilità di manifestare una sindrome cronica (long-term COVID-19), caratterizzata, anche a distanza di mesi dall’infezione, da sintomi quali: difficoltà di respiro e tosse, o altri disturbi come palpitazioni, debolezza, febbre, disturbi del sonno, vertigini, delirium (nelle persone con più di 60 anni), difficoltà di concentrazione, disturbi gastrointestinali, ansia e depressione.

Queste persone potrebbero manifestare una minore tolleranza al caldo.

Il medico competente, pertanto, dovrebbe aiutare l’azienda e il SPP ad impostare interventi di sorveglianza sanitaria mirati ai sottogruppi di popolazione lavorativa più vulnerabili in particolare durante i periodi in cui sono previste ondate intense di calore, ad esempio:

  • Identificando i sottogruppi di popolazione suscettibili al caldo sulla base della presenza di specifiche patologie croniche ed uso di farmaci che possono favorire disturbi da calore, o in condizioni di solitudine e isolamento;
  • Monitorando i soggetti maggiormente suscettibili;
  • Informando i lavoratori su come proteggersi dal caldo continuando a mantenere le opportune misure di protezione dal rischio di contagio da COVID-19 (es. è utile ricordare che febbre, tosse secca e debolezza possono essere sintomi del COVID-19).

Negli ambienti lavorativi e nelle mansioni che espongono i lavoratori al calore provocato da macchine, impianti, lavori su strada o in luoghi assolati o in genere ambienti che si surriscaldano, è sempre opportuno che i servizi di prevenzione e protezione e gli Uffici delle Risorse Umane prevedano, coerentemente con le esigenze produttive ed aziendali, modalità organizzative (es. temporanea modifica orario, pause ecc.) e/o tecniche (es. ventilazione, circolazione d’aria nei luoghi di lavoro ecc.) per gestire eventuali problematiche legate a questa situazione eccezionale.

Quanto sopra ad integrazione della valutazione dei rischi, legata all’ordinario svolgersi delle attività lavorative e delle misure di prevenzione e protezione già adottate (ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008).

In particolare, è opportuno tenere conto dei suggerimenti offerti dalle ATS e dai soggetti pubblici (es. aumentare l’idratazione, limitare il consumo di alcolici, indossare abiti leggeri, tenendo conto dell’obbligo delle mascherine), e darne informazione ai lavoratori per una maggiore consapevolezza al fine di indirizzare i comportamenti corretti:

Seguono altri opuscoli che possono essere usati come riferimento:

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