COVID-19: raccolta delle indicazioni principali per i lavoratori e le aziende

Le principali domande e risposte legate alla gestione dell'emergenza COVID-19.

In occasione della ripresa delle attività produttive, è opportuno riprendere i concetti per la prevenzione del COVID-19 e che sono spesso oggetto di domande da parte delle aziende, come ad esempio:

Cosa accade se vi è un caso sintomatico in azienda?

Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria come la tosse, lo deve dichiarare immediatamente all'ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento; l'azienda avverte immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 (link ai numeri di emergenza di Regione Lombardia) e collabora per l'individuazione degli eventuali "contatti stretti". Il medico competente segnala all'azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti. 

Qual è la definizione di "contatto stretto"?

Questo concetto è importante per tracciare i possibili contatti anche in ambito lavorativo o famigliare. Il Ministero della Salute (scarica la circolare) definisce contatto stretto:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
  • un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
  • una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).

Quali sono le misure di prevenzione utili per prevenire il contagio?

Evitare il contatto ravvicinato con persone sintomatiche, assicurare una distanza fisica di almeno 1 metro dagli altri, indossare una mascherina e lavarsi spesso le mani. Questi ed altri comportamenti sono quelli consigliati dal Ministero della Salute (visita la pagina dedicata).

Come funziona la app "Immuni"?

La app Immuni utilizza la tecnologia per avvertire le persone che sono state vicine a un soggetto contagioso, suggerendo l'isolamento e di contattare il proprio medico di medicina generale; Immuni non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell'utente. Consente quindi di minimizzare il numero di contagi ed è opportuno che i lavoratori la scarichino sullo smartphone seguendo queste istruzioni.

Che differenza c'è tra test sierologico e tampone?

Dal Sito di Regione Lombardia: "I test sierologici servono per capire se una persona è entrata in contatto con il virus e ha sviluppato una risposta immunitaria (produzione di anticorpi). Attraverso i test sierologici è infatti possibile andare ad individuare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus.

I test sierologici sono uno strumento utile a stimare la diffusione dell’infezione in una popolazione, sono pertanto principalmente utilizzati per finalità di tipo epidemiologico e nell’ambito di politiche di Sanità Pubblica.

Questo tipo di indagine non ha una finalità di tipo diagnostico, infatti:

  • un risultato positivo al test indica che si è entrati in contatto con il virus ma non dà garanzia di protezione immunologica dall’infezione, non indica se un soggetto è protetto e per quanto tempo o se il soggetto è guarito e, pertanto, se può essere ancora contagioso.
  • un risultato negativo al test può avere diversi significati: il soggetto non è stato infettato da SARS-CoV-2, oppure è stato infettato molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stato infettato ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test. Per tanto il soggetto può essere contagioso.

Solo l’esecuzione di un tampone per la ricerca del RNA virale può diagnosticare, in quel preciso momento, l’infezione da SARS-CoV-2 nel soggetto. Il test sierologico pertanto non può sostituire il tampone".

All'interno delle aziende, in base al protocollo anticontagio, questi aspetti delicati sono gestiti con la collaborazione del medico competente.

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