Asia Pacifico: firmato il RCEP, il più grande accordo di libero scambio al mondo
Firmato ad Hanoi lo scorso 15 novembre, il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership) riunisce 15 paesi asiatici e, per la prima volta, mette insieme Cina, Giappone e Corea del Sud. Al momento rimane fuori l'India
Quindici paesi dell'Asia-Pacifico hanno firmato il più grande accordo di libero scambio al mondo, finalizzato a superare le barriere commerciali in un’area in cui vive un terzo della popolazione mondiale e che rappresenta, da sola, il 30% del Pil globale.
Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) è stato siglato ad Hanoi lo scorso 15 novembre, dopo otto anni di negoziati, e include le 10 economie dell'Asean oltre a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia.
Una volta entrato in vigore (sono previsti circa due anni per le ratifiche) l'Accordo eliminerà i dazi per il 65% delle merci movimentate all'interno della regione, percentuale che nel lungo periodo arriverà al 90% .
Tra gli aspetti più interessanti, l'introduzione di regole uniformi in materia di “origine” dei beni con la previsione della riduzione o eliminazione dei dazi per i beni “originari” dei paesi aderenti, superando i limiti imposti dagli accordi di libero scambio bilaterali già esistenti tra paesi dell’area: sotto il Rcep, le componenti di qualsiasi paese membro verrebbero trattate allo stesso modo, dando alle aziende dell’area un incentivo a cercare fornitori all'interno dell'area stessa.
Oltre agli USA, altro grande assente è l’India, ritiratasi dal negoziato nel 2019. Per le prime tre economie dell'Asia, nell'ordine Cina, Giappone e Corea del Sud, i cui rapporti sono stati caratterizzati spesso da una profonda competizione, il Rcep è invece il primo accordo di libero scambio in comune, che secondo gli analisti aggiungerà quasi 200 miliardi di dollari di Pil all'economia globale entro il 2030.
Qualche altro dato per comprendere l’importanza strategica dell'Accordo: il RCEP creerà un’area di cooperazione economica di 2,2 miliardi di persone, che producono il 30% del Pil e il 27,4 % del commercio globali.
Il gruppo dei Paesi membri copre il 50% della produzione manifatturiera globale, il 50% della produzione automobilistica e il 70% di quella elettronica. E il blocco potrebbe divenire ancora più importante qualora l’India decidesse di aderirvi in futuro. L’area attualmente attrae il 24% degli investimenti diretti esteri ed è la più dinamica a livello internazionale, grazie anche a una strategia di successo nel contenimento della pandemia da coronavirus.
Una critica che viene rivolta all’intesa è il peso della Cina rispetto alle altre economie. I vantaggi per Pechino di certo non mancano: l'Accordo consentirà alla Cina di rafforzare la sua sfera di influenza di fronte alle crescenti pressioni statunitensi, mitigherà i rischi di perdere rilevanza nelle catene del valore internazionali e farà tramontare l'idea che la Cina possa essere isolata, in un contesto di economia globale.
Ma a beneficiarne saranno certo anche i paesi ASEAN che diventeranno sempre più i destinatari di investimenti sudcoreani e nipponici per la produzione di componentistica per la propria industria. In sostanza il Rcep è la pietra miliare per la creazione di un ‘blocco asiatico’ che rappresenta una svolta nel futuro delle relazioni economiche internazionali (fonte ISPI).
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