Il portale degli interpelli

In base all'art. 15 paragrafo 1 della Convenzione Italia - Cina, un lavoratore dipendente di una società cinese, rientrato in Italia nei primi mesi del 2020 e ivi rimasto per l'intero anno a causa delle misure restrittive derivanti dalla diffusione della pandemia (continuando a lavorare in modalità smart working) è tassato sia in Italia che in Cina, non potendo trovare applicazione il principio di tassazione esclusiva nello Stato di residenza previsto dal paragrafo 2, in considerazione del soggiorno in Italia per un periodo superiore a 183 giorni.

Il cittadino italiano che si è trasferito in Svizzera per svolgere la propria attività lavorativa presso un'università svizzara, da giugno 2020 (ma con iscrizione all'AIRE da luglio 2020:

- dovrà essere assoggettato a tassazione in Italia, ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 4, della Convenzione tra Italia e Svizzera (meccanismo del frazionamento del periodo d'imposta) per i redditi da lavoro prodotti fino alla data del trasferimento all'estero;

- per i redditi corrisposti a decorrere da giugno 2020 a fronte dell'attività di lavoro svolta in Svizzera sono tassati in via esclusiva in Svizzera, ai sensi dell'art. 15 della Convenzione.

Il reddito corrisposto al contribuente residente in Italia per lo svolgimento di un'attività di lavoro dipendente nel Regno Unito deve essere assoggettato ad imposizione in entrambi gli Stati, ai sensi della Convenzione Italia-Regno Unito. La conseguente doppia imposizione dovrà essere eliminata in Italia con il riconoscimento del credito per le imposte pagate all'estero. 

Il recupero delle ritenute subite può essere effettuato mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa a favore, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi da correggere. Il credito che emerge dalla dichiarazione può essere utilizzato in compensazione nel modello F24.

L'acquisizione e/o la vendita di servizi in Italia da parte di un'impresa estera non è di per sé sufficiente a configurare una stabile organizzazione italiana in assenza di una sede fissa di affari in Italia o quando tale attività si realizzi per il tramite di un agente, un commissionario o altro intermediario (ad esempio, un'agenzia di viaggi) localizzato nel territorio italiano che goda di uno status indipendente.

Il soggetto passivo non residente in Italia ma identificato ai fini IVA (ai sensi dell'articolo 35-ter del DPR n. 633/1972), che opera nella veste di esportatore abituale, è legittimato ad avvalersi del plafond al momento dell'estrazione dei prodotti dal deposito IVA, ai sensi dell'articolo 50-bis, comma 6, del DL n. 331/1993.

Ai fini dell'applicazione del regime della participation exemption ex art. 87 del TUIR, gli oneri accessori di diretta imputazione sostenuti per il compimento della cessione che genera una plusvalenza che si qualifica per il regime di esenzione, essendo portati direttamente ad abbattimento dei corrispettivi della cessione medesima, divengono deducibili in misura corrispondente alla misura della tassazione subita dalla plusvalenza (per i soggetti IRES, quindi, sono deducibili per 5% del loro ammontare).
Per quanto concerne gli altri costi connessi alla cessione della partecipazione, che non sono computati nella determinazione della plusvalenza si applica il regime di indeducibilità previsto dall'art. 109 co. 5 del TUIR.