Rassegna della Giurisprudenza Tributaria n. 2 del 2018
Pubblicazione delle principali pronunce giudiziali in materia tributaria. Maggio - Agosto
IMPOSTE SUL REDDITO E IRAP
Cassazione, Sentenza 18 maggio 2018, n. 12237/2018
Per le imprese estere la stabile organizzazione in Italia deve essere un'attività stabile e tale requisito non può essere integrato dalle mere riunioni dei manager della società
La circostanza che alcuni manager di una società estera si riuniscano in Italia non configura una prova ai fini della stabile organizzazione.
In particolare, la stabile organizzazione, per essere tale, dovrebbe essere un “centro di attività stabile”, cioè una struttura dotata di risorse materiali ed umane, eventualmente dotata di personalità giuridica, cui la società straniera affidi la cura degli affari, ad esclusione delle attività di carattere preparatorio.
Nel caso di specie, le semplici riunioni di alcuni manager della società straniera tenutesi in strutture in Italia non permettono di configurare una stabile organizzazione, in quanto non sono integrati i requisiti delle risorse umane e tecniche idonee a garantire un grado di stabilità tale da poter svolgere in via autonoma le funzioni dell’impresa straniera.
Testo integrale della sentenza
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CTR Lombardia, Sentenza 16 aprile 2018, n. 1706/11/2018
Robin Tax: riconosciuto il diritto al rimborso dopo la dichiarazione di incostituzionalità
È possibile per il contribuente ottenere il rimborso della cd. “Robin Tax” - l’addizionale IRES che grava sulle imprese energetiche e petrolifere istituita con l’art. 81, co. 16-18, del D.L. n. 112/2008 - dichiarata incostituzionale con la sentenza della Corte Costituzionale n. 10/2015, purché i rapporti non siano ormai esauriti in modo definitivo.
In particolare, la Corte ha precisato che le sentenze che dichiarano l’illegittimità costituzionale producono l’effetto di eliminare la disposizione ex tunc, pertanto i relativi effetti giuridici della norma vengono meno in via retroattiva. Tuttavia, ai fini del rimborso, è necessario che i rapporti non siano ancora conclusi, in quanto gli effetti dell’incostituzionalità non si estendono ai rapporti ormai esauriti in via definitiva.
Testo integrale della sentenza
IMPOSTE INDIRETTE E IVA
Corte di Giustizia UE, Sentenza 20 giugno 2018, Causa C-108/17
Immissione in libera pratica e successiva cessione intracomunitaria
L’immissione in libera pratica di beni in importazione non può essere negata esclusivamente per il fatto che i prodotti, successivamente, siano venduti mediante una cessione intracomunitaria ad un acquirente differente rispetto a quello il cui numero di identificazione comunitario è stato indicato originariamente nella dichiarazione d’importazione, a condizione che l’impresa dimostri che l’importazione sia stata effettivamente seguita da una cessione intracomunitaria che soddisfa i requisiti sostanziali per l’esenzione dall’imposta e che l’importatore abbia informato l’autorità competente dei cambiamenti intervenuti in relazione all’identità degli acquirenti.
Testo integrale della sentenza
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Cassazione, Sentenza 24 aprile 2018, n. 10036/2018
Nelle frodi carosello l'onere della prova ricade sull'erario
Nelle fattispecie di frodi carosello ricade in capo all’amministrazione finanziaria l’onere di provare l’interposizione fittizia nell’operazione commerciale posta in essere dal cessionario e la dimostrazione della connivenza nella frode da parte di tale soggetto.
La dimostrazione può essere fornita anche mediante indizi inerenti la natura di società “cartiera” dell’apparente cedente, nonché con presunzioni semplici, purché siano gravi, precise e concordanti.
Testo integrale della sentenza
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Cassazione, Ordinanza 4 giugno 2018, n. 14158/2018
Gli errori formali sul plafond Iva sono sempre sanzionabili
L’utilizzo di un metodo di determinazione diverso da quello indicato in dichiarazione, pur non implicando il versamento di minori imposte all’erario, costituisce una violazione formale passibile di sanzione.
La Corte specifica che per considerare una violazione come meramente formale e, quindi, non punibile è necessaria la contemporanea sussistenza di un duplice presupposto, cioè che la violazione accertata:
- non comporti un pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo;
- non incida sulla determinazione della base imponibile dell’imposta e sul versamento del tributo.
Tuttavia, nel caso di specie è stato contestato che l’indicazione nella dichiarazione di un metodo di determinazione del plafond Iva (metodo mensile) differente rispetto a quello effettivamente utilizzato (metodo solare) risulta idonea ad arrecare pregiudizio alle azioni di controllo, in particolare per la ricostruzione dell’entità del plafond da parte dei verificatori dell’amministrazione finanziaria.
Testo integrale della sentenza
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO TRIBUTARIO
Corte Costituzionale, Sentenza 10 aprile 2018, n. 115, Pubblicata in G.U. 6 giugno 2018, n. 23
I termini di prescrizione dei reati tributari e i principi dell'ordinamento penale
Le regole inerenti i termini di prescrizione dei reati tributari restano inalterate, in quanto la Corte Costituzionale non ha accolto la proposta di riforma della Corte di Giustizia UE, che prevedeva di attribuire al giudice, nell’ambito di un contenzioso, la possibilità di disapplicare la normativa interna in materia di prescrizione dei reati, al fine di rendere maggiormente efficace l’attività penale in relazione alla repressione dei reati tributari.
In ragione di tale decisione rimangono applicabili i principi cardine in campo penale vigenti nell’ordinamento italiano, i quali sarebbero decaduti in caso di approvazione della proposta suddetta, cioè in particolare:
- l’irretroattività, potenzialmente gravata da un’estensione del tempo di prescrizione basata su decisioni discrezionali;
- la tassatività e la determinatezza del diritto, messe in discussione da una regola che avrebbe attribuito al giudice la possibilità di disapplicare la disciplina della prescrizione nel caso in cui la causa riguardasse una frode di grave entità;
- la riserva di legge;
- la sottoposizione del giudice alla legge e la separazione dei poteri.
Testo integrale della sentenza
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Cassazione, Sentenza 21 marzo 2018, n. 7029/2018
Se il messaggio non arriva a causa di una casella PEC piena la responsabilità ricade sul destinatario
Il mancato recapito derivante da una casella PEC piena rappresenta un episodio di mala gestio del suo titolare, da cui ne consegue un impatto sul corretto funzionamento della medesima che si ripercuote sulla ricezione dei messaggi certificati.
In base al predetto principio, è quindi inammissibile il ricorso di un contribuente che contestava la mancata ricezione di un’ordinanza del tribunale a causa della casella PEC del proprio difensore piena, che non gli ha permesso di integrare il contraddittorio nei confronti dei soci litisconsorti necessari, in quanto l’ordinanza, in mancanza di recapito, era stata successivamente depositata nella cancelleria dalla Corte, ai sensi della normativa vigente.
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Cassazione, Sentenza 8 giugno 2018, n. 26274/2018
Limitati gli effetti penali delle presunzioni tributarie
Le presunzioni tributarie rappresentano dati di fatto liberamente valutabili dal giudice in sede penale, in quanto non hanno la qualità di fonte di prova della commissione di reati tributari. Pertanto, non possono rappresentare un elemento di prova idoneo a sorreggere l’accusa, ma il giudice penale dovrà accertare l’ammontare d’imposta evaso mediante una verifica che privilegi il dato fattuale rispetto ai criteri utilizzati nella disciplina fiscale.
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CTR Toscana, Sentenza 20 aprile 2018, n. 780/06/2018
Nel Processo Tributario Telematico è possibile proporre un appello con la modalità digitale anche se il primo ricorso è stato notificato in via cartacea
Risulta sempre legittima la notifica dell’appello via PEC, anche quando il giudizio di primo grado è stato iniziato e si è svolto in modalità cartacea, in quanto non sussistono preclusioni in tal senso nel D.M. n. 163/2013.
In particolare, si specifica che la nullità di un atto non può mai essere pronunciata qualora il medesimo raggiunga lo scopo a cui è destinato e sia venuto a conoscenza del destinatario.
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CTR Lombardia, Sentenza 7 giugno 2018, n. 2629/2018
L'amministrazione finanziaria non può emettere un avviso d'accertamento fondato su rilievi differenti dal PVC
L’Ufficio dell’amministrazione finanziaria non può emettere un avviso di accertamento basato su parametri e valutazioni diversi rispetto a quelli utilizzati nel momento della redazione del Processo Verbale di Constatazione (PVC), non potendo modificare i criteri utilizzati originariamente e fondanti la contestazione.
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CTP Vicenza, Sentenza 17 gennaio 2018, n. 48/2/2018
Obbligo di contraddittorio anche per i controlli a tavolino
Il diritto al contraddittorio deve essere garantito al contribuente prima dell’emissione dell’atto di accertamento. Tale principio si riferisce, oltre che ai tributi armonizzati come l’IVA e ai casi espressamente previsti dalla legge, anche alle imposte dirette ed ai controlli a tavolino.
La violazione del diritto del contribuente al contraddittorio preventivo, cioè antecedente all’emanazione dell’atto di accertamento, determina l’illegittimità dell’atto e, di conseguenza, il relativo annullamento.
Inoltre, se una previsione di legge esclude espressamente il contraddittorio prima dell’emissione dell’atto di accertamento il giudice dovrà disapplicare la norma perché in contrasto con il diritto comunitario.
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CTP Milano, Sentenza 7 maggio 2018, n. 1892/2018
Le nuove disposizioni tributarie non possono essere retroattive e diventano operative dopo 60 giorni
Quando una nuova disposizione tributaria interviene a modificare la disciplina o i termini di adempimenti a carico dei contribuenti, tali effetti giuridici possono manifestarsi esclusivamente in relazione al futuro e non prima di 60 giorni dall’entrata in vigore della norma.
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DIRITTO SOCIETARIO
CTR Lazio, Sentenza 9 marzo 2018, n. 1518/01/2018
L'atto di dotazione configura un presupposto di imponibilità del Trust
L’atto di dotazione del trust determina la costituzione di un vincolo di destinazione sui beni conferiti dal disponente ed è pertanto idoneo a rappresentare un autonomo presupposto impositivo ai fini dell’applicazione dell’imposta di donazione.
In altri termini, l’imposta si applica per il solo presupposto dell’istituzione del vincolo di destinazione, anche in assenza di un attuale arricchimento del beneficiario, in quanto l’atto di dotazione del trust pone in essere un mero affido momentaneo di beni ad un soggetto, al fine della gestione dei medesimi per il raggiungimento di uno scopo determinato.
Testo integrale della sentenza
Contatti
Ulteriori informazioni e chiarimenti possono essere richieste al Settore Fisco e Diritto d'Impresa, tel. 0258370.267/308, fax 0258370334 e-mail fisc@assolombarda.it
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