L'Idrogeno nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)

L'aggiornamento del PNIEC valorizza l'utilizzo dell'idrogeno per raggiungere un sistema energetico decarbonizzato, elemento chiave la collaborazione tra pubblico, privato e ricerca.

Il 1° luglio il MASE (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) e il MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) hanno inviato alla Commissione Europea la versione aggiornata del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Questo documento definisce la strategia italiana per la decarbonizzazione del sistema energetico e il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici stabiliti dall'Unione Europea.

Tra i diversi investimenti contemplati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, viene riconfermata l'importanza di incentivare lo sviluppo dell'idrogeno come vettore energetico strategico per la decarbonizzazione del sistema italiano.

Il Piano delinea un panorama articolato per l'impiego dell'idrogeno con l'identificazione di elementi importanti.

Ambiti di applicazione 

Idrogeno verde o rinnovabile sarà utilizzato per la decarbonizzazione del comparto industriale: settori hard to abate e dei trasporti pesanti a lungo raggio nel lungo termine. 
Idrogeno blu (low carbon mediante cattura) svolgerà un'azione complementare all'idrogeno verde per i comparti industriali che impiegano già idrogeno grigio (raffinazione, fertilizzanti).

Riconversione della rete per il trasporto gas e realizzazione del "SoutH2 Corridor"
Il Piano prevede lo sviluppo di progetti pilota che mirano a utilizzare diversamente le infrastrutture di trasporto gas. L'ARERA ha istituito un fondo di 35 milioni di euro proprio per incentivare progetti di ottimizzazione e gestione della rete del gas naturale. All'interno del PNIEC viene anche dedicato uno spazio al Progetto "SoutH2 Corridor", un progetto che prevede lo sviluppo di idrogenodotti in Italia, Austria e Germania che serviranno al trasporto del vettore energetico dai luoghi di produzione (Nord Africa ma poi anche nel Sud Italia).

Ricerca e Sviluppo
Un elemento chiave che permetterà la penetrazione dell'idrogeno sarà la promozione e diffusione di nuove tecnologie lungo tutta la filiera dell'idrogeno, sarà importante creare sinergie concrete affinché la ricerca potrà agevolare lo sviluppo di tutto il settore tecnologico.

Stanziamento di Incentivi
Nel documento inviato a Bruxelles sono previsti contributi sia in contro capitale attraverso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sia attraverso una nuova misura tariffaria che renderà equamente remunerativi gli investimenti nel settore: il c.d DM Opex. questa misura permetterà anche di tenere competitivo il prezzo dell'idrogeno.

Strategia Nazionale Idrogeno
Il documento riserva anche una parte alla "Strategia nazionale Idrogeno - Linee Guida preliminari": un'analisi di alto livello rispetto al ruolo che l'idrogeno potrà assumere nel percorso nazionale di decarbonizzazione in conformità oltre che con il PNIEC, anche con l'agenda ambientale dell'unione europea e alla Strategia Idrogeno dell'UE, per una completa decarbonizzazione al 2050.

Progetti in ambito europeo: PCEI H2
Si rileva anche l'importanza di partecipazione a progetti di carattere europeo, poiché l'adesione all'iniziativa permette di contribuire alla decarbonizzazione dell'economia nazionale. 

Infine, di seguito alcuni numeri del PNIEC che testimoniano la portata dei suoi ambiziosi obiettivi:

  • al 2030 la generazione da FER si attesterà a circa 237 TWh di cui 10 TWh saranno destinati alla produzione di idrogeno verde
  • al 2030 il contributo dei combustibili rinnovabili di origine non biologica utilizzati a fini energetici e non energetici finali in industria dovrà essere almeno pari al 54% di idrogeno utilizzato sempre a fini energetici e non energetici finali nell'industria nel 2035 questo contributo salirà al 60%
  • al 2030 il consumo di idrogeno rinnovabile dovrebbe ammontare a circa 0,25 Mton/anno, si stima che il 70% di questa domanda sarà prodotta su territorio nazionale.
  • Idrogeno da FER non biologiche si prevede dovranno contribuire almeno per il 2% dei consumi settoriali e il suo impiego sarà destinato nel breve periodo in raffineria oppure come alimentazione di auto, autobus trasporto pesante e treni per alcune tratte non elettrificate e nel medio-lungo periodo nel trasporto marino e aereo.


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