Ci stiamo avviando verso la fine dell’anno e come di consueto è tempo di bilanci.
Il 2022 è stato un anno caratterizzato da molteplici eventi, esogeni ed endogeni, internazionali e nazionali: la coda lunga dei momenti più duri della pandemia, l’invasione della Russia in Ucraina con il suo dramma umanitario e la crisi energetica, e le elezioni politiche che hanno portato ad un nuovo Governo guidato da una donna per la prima volta nella storia della Repubblica.
In questo scenario, l’Italia ha dimostrato ancora una volta solidità, tempestività e capacità di cambiamento permettendo alla nostra economia di registrare un andamento particolarmente positivo, specialmente quella lombarda: la crescita rilevata è del +3,9%, un dato superiore rispetto alla media italiana (+3,4%) che consente alla nostra Regione di colmare pienamente la perdita di PIL accusata nel 2020.
Sebbene i dati ci restituiscano una fotografia di un Paese e di una Regione in grado di rimboccarsi le maniche e di continuare a correre, l’aumento del prezzo dell’energia, unito alla spinta inflazionistica, sta mettendo in ginocchio il tessuto imprenditoriale. È vero che in questo momento stiamo assistendo ad una contrazione delle quotazioni, ma la difficile congiuntura dei mesi scorsi ha già imposto grandi sacrifici alle aziende, con ricadute che ancora oggi condizionano le loro performance.
Date queste condizioni, sarà inevitabile che per il 2023 il passo dell’economia lombarda e italiana continuerà a perdere il suo ritmo, con una previsione di crescita per il 2023 decisamente poco felice: quello che ci aspetta è un azzeramento del PIL, una frenata al +0,3% rispetto al 2022.
Per tutelare il cuore dell’industria italiana, Assolombarda nel corso dell’anno è sempre stata in prima linea nel chiedere ai governi - Draghi così come Meloni - e all’Europa di salvaguardare la sopravvivenza delle imprese, con misure strutturali per intervenire sulle priorità imprescindibili: energia, lavoro e innovazione.
Rispetto alla questione energetica non possiamo che valutare positivamente l’introduzione da parte del Governo Draghi dell’energy release, del credito di imposta per il recupero di parte dei costi sostenuti per le forniture di energia elettrica e gas e dell’azzeramento degli oneri di sistema, come chiedevamo da tempo. Al Presidente Meloni riconosciamo l’effettivo avvio per il 2023 dell’energy release e la volontà di destinare all’energia 21 miliardi sui 34 totali della legge di bilancio. Ora attendiamo anche il coraggio dell’Europa, terribilmente in ritardo, a proposito del tetto al prezzo del gas. A livello nazionale, ancora, serve più visione con l’obiettivo di sviluppare una vera politica energetica che scongiuri la dipendenza dai regimi autocratici. La strada verso la decarbonizzazione è tracciata, ma dobbiamo andare avanti con la neutralità tecnologica che prevede l’utilizzo di un mix di fonti pulite dalle rinnovabili al nucleare. E su questo ultimo punto la svolta è confermata: l’esperimento condotto alla National Ignition Facility del Lawrence Livermore National Laboratory in California segna un successo senza precedenti in merito alla fusione nucleare, che ci permetterà di traguardare, in un futuro non troppo lontano, la possibilità di produrre energia per alimentare le nostre società a emissioni zero carbonio.
Se è vero che in questo momento i riflettori sono accesi sull’energia, non dobbiamo dimenticarci del grande tema del lavoro. Bisogna agire rapidamente sui salari, specialmente in un momento in cui l’inflazione sfiora il 12%, affinché il lavoro nelle nostre imprese diventi più attrattivo e le nostre aziende possano trovare i profili professionali più adeguati. Per questo motivo non smetteremo mai di chiedere una vera riduzione del cuneo fiscale pari a 16 miliardi: la considero l’unica strada per colmare il gap con l’Europa rispetto alla quale abbiamo una differenza di 12 punti percentuali a svantaggio dei salari italiani. Il taglio del cuneo fiscale vale per tutti i lavoratori più fragili, ma in particolare per favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, per i quali abbiamo chiesto alla classe politica di accogliere la nostra proposta che prevede una fiscalità agevolata al 5% per i primi cinque anni di attività lavorativa.
E poi l’innovazione, una sfida concreta che richiede alle imprese di ri-definire obiettivi e ri-programmare processi. Chiaramente l’imprevedibilità del momento storico che stiamo vivendo rappresenta per le imprese un fattore che rischia di rallentare l’innovazione, motivo per il quale gli strumenti di Industria 4.0, il credito di imposta per ricerca e innovazione e la super deduzione per i costi di ricerca e sviluppo relativi ai beni immateriali continueranno a costituire essenziali leve di crescita. Questo è vero anche nell’ottica di agganciare le “transizioni gemelle”, da intendersi come la chiave di volta per aumentare la competitività e per innalzare la qualità dei processi produttivi.
Per garantire un impatto concreto al valore delle nostre istanze, abbiamo rafforzato ulteriormente la sinergia con le istituzioni attraverso incontri, tavoli, patti e attività di ascolto con i ministri del Governo precedente, i leader di partito e i candidati alle ultime elezioni. L’obiettivo è perseguire la medesima strada anche nel 2023 sia con la nuova legislatura sia con i candidati alla Presidenza e al Consiglio regionale. Il Paese deve tornare ad esprimere la sua vocazione industriale e per farlo il nostro legame con la politica deve essere più saldo che mai. Lo stesso vale con stakeholder, università, centri di ricerca e mondo della formazione.
Penso, infine, a tutte le attività ed eventi realizzati sui nostri territori, dal più grande al più piccolo: ricordo con orgoglio Your Next Milano, Your Next Pavia con la celebrazione della città come capitale della Cultura d’Impresa 2023, Top 500 a Monza e Top 200 a Lodi.
Ci tenevo particolarmente a farvi un resoconto quanto più esaustivo possibile delle direttive cardinali che abbiamo presidiato con attenzione durante tutto quest’anno. Ci sarebbe tanto altro da dire, da raccontarvi, ma non voglio prendere altro tempo e vado dritto al punto: questo Paese, questi territori rappresentano delle eccellenze indiscusse e in questo ecosistema virtuoso le nostre imprese giocano il ruolo più strategico. È grazie a loro, e ovviamente a tutti voi, se nei momenti più bui siamo stati capaci di andare avanti, facendo tesoro delle angustie e tramutandole in opportunità. I tempi incerti che stiamo vivendo ci ricordano, ancora una volta, l’importanza di essere una comunità. Una grande famiglia di donne e uomini, che, nonostante le difficoltà, continua a guardare con fiducia al futuro, contribuendo allo sviluppo del nostro meraviglioso territorio, fiore all’occhiello di un Paese di cui dobbiamo essere orgogliosi.
Non sarà facile, ma come sempre e ancora una volta dimostreremo il valore di chi fa impresa.
Vi auguro un lieto natale, lo auguro alle vostre famiglie e tutte le persone che insieme a voi lavorano tutti i giorni per consolidare quelle virtù politecniche che ci rendono unici nel nostro genere. Assolombarda sarà sempre accanto a voi.
Buon Natale e felice anno nuovo
Alessandro Spada
Presidente Assolombarda