Il riso o il vino. Ma anche scienze della vita, packaging e meccanica strumentale, sistemi di visione 4.0. o microelettronica. Se definire un territorio come "sospeso tra tradizione e innovazione" pare sempre un poco scontato, nel descrivere Pavia è forse una strada obbligata.
L'occasione per riflettere sulle vocazioni della provincia è l'avvio del percorso legato alla nomina di Pavia a Capitale della Cultura d'Impresa 2023, progetto avviato nel 2019 da Confindustria per la promozione delle economie locali a forte vocazione industriale. Indiscussa in passato a Pavia e oggi da rilanciare, tenendo conto del più basso valore aggiunto industriale pro-capite tra le province lombarde, così come di un export che solo ora, dopo lo scatto del 2022, è tornato oltre i 4 miliardi, in linea con quanto accadeva nel 2013. Anno in cui Pavia superava per valore in Lombardia non solo Sondrio, come accade oggi, ma anche Cremona, Lecco e Lodi.
Volontà di invertire la rotta ben presente nel piano strategico lanciato da Assolombarda, con la nomina a Capitale della Cultura d'Impresa 2023 da parte di Confindustria a rappresentarne un ulteriore tassello. Occasione per sviluppare progettualità condivise tra pubblico e privato, raccogliere sfide, realizzare idee e mettere a sistema attorno ad Assolombarda tutte le forze positive del cambiamento, della sostenibilità, del rinnovamento e della cultura.
«Il Pavese - spiega il presidente di Assolombarda Alessandro Spada nell'evento inaugurale presso l'Università di Pavia - è parte integrante di quell'area completata da Milano, Monza Brianza e Lodi che è locomotiva del Paese grazie al determinante contributo del suo sistema produttivo, capace di creare valore per la comunità. Qui le imprese hanno valori in grado di legare produttività e inclusione sociale, competitività e sostenibilità, generando cambiamento positivo e richiamando a sé talenti. Si tratta di uno spirito che fa parte del Dna delle nostre aziende, fondamentale per tenere insieme e favorire lo sviluppo di una provincia, come il Pavese, che vanta la meccatronica così come l'agri-food, il packaging, la sanità, il meccano-calzaturiero, il digitale e che si sta specializzando sempre più nella microelettronica. Siamo quindi convinti che la valorizzazione di questa cultura d'impresa e delle sue vocazioni, cuore di questa manifestazione, rappresenti un ulteriore stimolo alla crescita di tutto il territorio».
Significativo il nome del progetto, Supernova. Che da un lato richiama l'iconica macchina da cucire Necchi del 1954, ancora oggi esposta al Moma di New York, dall'altro evoca l'esplosione di un evento inatteso, imprevedibile: l'auspicio dunque di una nuova ripartenza.
«Quello che sembrava un passato perduto - commenta il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana - sta invece tornando con grande forza, c'è un fermento nuovo che sta riportando Pavia ai vertici. Anche perché qui si trova il connubio pratico del saper fare e la formazione del capitale umano, attraverso l'Università e i centri di ricerca».
Numeri non banali, quelli che può esibire il territorio da questo punto di vista, forte di oltre 4mila tra ricercatori e docenti, 26mila studenti, 70 start-up: una città universitaria dei saperi applicati - ha ricordato il rettore dell'ateneo di Pavia Francesco Svelto - che rappresenta un asset vincente dell'area.
«Per il territorio - aggiunge Nicola de Cardenas, Presidente della sede di Pavia di Assolombarda - è arrivato il momento di mostrare il proprio coraggio e guardare con fiducia al futuro, utilizzare la storia non come giustificazione nostalgica ma come spinta a eguagliare e superare il passato».