Cure, innovazione, welfare: i tre fattori anticrisi

La forza del nostro territorio sta nella capacità di lavorare insieme, pubblico e privato, altrimenti rischiamo che l'emergenza economica e sociale dilaghi diventando ingovernabile. A discapito di lavoratrici e lavoratori, di intere filiere produttive, già devastate dal Covid, come il turismo, l'intrattenimento, la cultura, e anche di settori trainanti della nostra economia come le Life science e il manifatturiero. Da inizio pandemia contiamo un milione di poveri in più. Per uscire da questa crisi, serve una strategia di sviluppo sostenibile chiara e condivisa, a partire da tre priorità. Primo: una campagna vaccinale efficiente, tempestiva e che copra in modo capillare il nostro territorio. Come ha ricordato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, l'obiettivo comune deve essere quello di vaccinare nel minor tempo possibile il maggior numero di persone per una definitiva soluzione della crisi sanitaria. Noi imprenditori non solo lo condividiamo ma, da tempo, lo sottolineiamo: il Piano vaccinale è la chiave per poter ripartire. Per questo abbiamo aderito numerosissimi all'appello di Confindustria per mettere a disposizione le nostre imprese come luoghi di vaccinazione, un canale che si aggiunge a quanto già previsto a livello nazionale, a tutela della salute di tutti. Dunque, sul Piano vaccini dobbiamo accelerare, non sono più ammissibili errori e rinvii. Ora serve una svolta vera e profonda, altrimenti il costo sociale ed economico sarà altissimo. Senza contare il rischio di un danno reputazionale che la nostra sanità privata e pubblica, da sempre un'eccellenza riconosciuta nel mondo, non si merita.

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