15.06.2022 - Materie prime: verso un nuovo scenario di prezzi elevati e crescente volatilità - Analisi
La corsa delle quotazioni delle materie prime è entrata in una nuova fase: i livelli restano elevati, sebbene inferiori ai picchi innescati dalla guerra, ma soprattutto cresce la volatilità e con essa la complessità di gestione per le imprese.
I prezzi si posizionano in media su livelli significativamente elevati rispetto al pre Covid, nonostante la riduzione (in taluni casi anche consistente) dai picchi del recente passato. Di conseguenza, permangono forti pressioni sui margini delle imprese e sono, in particolare, i beni energetici a mostrare gli aumenti più consistenti: +647% il gas naturale e +104% il petrolio Brent rispetto a gennaio 2020, come risultato del doppio shock della ripresa post Covid e dell’invasione russa in Ucraina.
Anche le altre materie prime si caratterizzano per prezzi decisamente più alti rispetto al pre pandemia, spiccano in particolare il +337% del fertilizzante a base di urea e nitrato di ammonio, il +112% del mais e il +82% dell’acciaio.
A ciò si aggiunge una elevata e diffusa volatilità sui mercati delle commodity che rappresenta un ulteriore elemento di complessità nella gestione degli approvvigionamenti e del magazzino.
Inoltre, l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro impatta sui costi di approvvigionamento delle imprese italiane ed europee, considerato che la maggior parte delle commodities è contrattata in valuta statunitense e che il tasso di cambio ora a 1,04 €/$ era 1,21 €/$ a gennaio 2021.
Gas naturale, energia elettrica e petrolio
I prodotti energetici sono tra le materie prime che hanno registrato i maggiori rialzi negli ultimi mesi. In particolare, il prezzo del gas naturale europeo, dopo il picco di inizio marzo intorno a 220 €/MWh, ha leggermente ritracciato attestandosi il 13 giugno a 83,4 €/MWh, oltre sette volte i livelli pre Covid e vicino ai valori registrati prima dello scoppio della guerra.
Un andamento simile ha seguito l’energia elettrica, con il Prezzo Unico Nazionale (PUN) che, pur avendo assorbito i picchi estremi osservati nei mesi scorsi, oscilla ora intorno a livelli quasi cinque volte maggiori rispetto al pre Covid (210,1 €/MWh il 13 giugno).
Tra gli energetici, infine, si distingue il petrolio Brent, il cui prezzo si caratterizza per una crescita continua e in accelerazione: il barile ha superato nei giorni scorsi quota 120$, portandosi su livelli doppi rispetto a gennaio 2020, e l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro ha contribuito all’aumento delle quotazioni in euro, come evidente nel grafico 4.
Cereali, oli vegetali e fertilizzanti
I prezzi delle materie prime della filiera agroalimentare, fortemente impattati dalla guerra in Ucraina, sembrano essersi stabilizzati. Rispetto al picco dallo scoppio del conflitto, il prezzo del frumento è calato del -22%, assestandosi intorno a quota 10,2 €/bushel.
In modo simile, il prezzo del mais è calato del -6% dal picco, portandosi su un livello di 7,4 €/bushel al 13 giugno. In entrambi i casi, nonostante il parziale ritracciamento, si tratta comunque di livelli di prezzo doppi rispetto a quelli del pre Covid.
Anche sul fronte degli oli si assiste ad una iniziale stabilizzazione dei prezzi. L’olio di palma oscilla da alcune settimane intorno ai 1300 €/Ton, un livello doppio rispetto al pre Covid; Il prezzo dell’olio di soia, sceso del -12,0% rispetto al picco post conflitto, è ora circa due volte e mezza maggiore rispetto a gennaio 2020.
Infine, il prezzo dell’olio di semi di girasole ha in parte riassorbito lo shock particolarmente intenso registrato in seguito allo scoppio del conflitto e si attesta ora sui 1.810 $/Ton, un livello più che doppio rispetto al pre Covid.
Per quanto riguarda il prezzo dei fertilizzanti, anch’essi caratterizzati negli ultimi mesi da notevoli aumenti, l’urea e nitrato di ammonio (UAN) registra un calo del -11,3% rispetto al picco, portandosi sui 620,6 $/Ton, un livello di oltre quattro volte quello del pre Covid.
Metalli ferrosi
Tra i metalli ferrosi, l’acciaio registra nelle ultime settimane un calo marcato, pari al -34,0% rispetto al picco, che lo riporta ai livelli di inizio febbraio, comunque quasi doppi rispetto a gennaio 2020.
Il prezzo del minerale di ferro oscilla intorno ai 130 €/Ton, pari a circa una volta e mezza il livello pre Covid.
Metalli non ferrosi e materie prime strategiche
Sul fronte dei metalli non ferrosi, il nichel ha parzialmente riassorbito lo shock che aveva portato alla sospensione delle contrattazioni sul London Metal Exchange (-36,0% dal picco), con un prezzo che si attesta ora intorno ai 25mila euro per tonnellata, pari a +106,8% rispetto a gennaio 2020 .
Il prezzo dell’alluminio, cresciuto in modo costante fino a inizio marzo 2022, è ora in una fase di riduzione che lo ha portato sotto i livelli di inizio febbraio (2476,6 €/Ton il 13 giugno, +55,2% rispetto al pre Covid).
Il prezzo del rame si è stabilizzato intorno al +60% rispetto al pre Covid, interrompendo così la lenta crescita che ha caratterizzato gli ultimi mesi (8885,2 €/Ton il 13 giugno).
I prezzi dello zinco e del cobalto hanno registrato una riduzione tra fine aprile e inizio maggio, anche se si trovano ancora su livelli sostenuti rispetto al pre Covid, rispettivamente +62,5% e +138,6%. Tra le materie prime strategiche per la transizione energetica, il molibdeno ha registrato un forte incremento di prezzo nel corso del 2021, poi nelle ultime settimane si è leggermente ridotto portandosi a quota 16,4 €/Libbra posizionandosi così a +88,1% su gennaio 2020.
Per quanto riguarda piombo e argento, i prezzi si sono recentemente stabilizzati intorno al +20% rispetto al pre Covid.
Legno e cotone
Il prezzo del legno è sceso in modo marcato negli ultimi mesi, registrando un -62,2% rispetto al picco da inizio conflitto. Tuttavia, le quotazioni restano superiori ai livelli pre Covid di oltre un terzo.
Il prezzo del cotone potrebbe aver interrotto il trend di continui rialzi che lo ha portato su livelli più che doppi rispetto al pre Covid. Anche per questa materia prima, infatti, si è registrata una lieve riduzione di prezzo nelle ultime settimane (-5,4% dal picco).
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