Palazzo Gio Ponti
Grande architetto, pioniere del disegno industriale italiano, poliedrico animatore culturale, Gio Ponti (1891 – 1979) è una di quelle figure eccezionali che hanno interpretato il mestiere dell’architetto come incrocio e contaminazione tra più voci, giungendo a realizzare i propri edifici con unità concettuale e progettuale straordinaria.
Gio Ponti è legato significativamente a Milano, per la quale ha realizzato numerosi palazzi, tra cui il celebre Grattacielo Pirelli (1955-1958), l’edificio in calcestruzzo armato più alto del mondo (127,10 m), caratterizzato da un forte senso di armonia e nel quale tutto è orientato alla funzionalità e ricerca dell’essenzialità, come sarà poi per il progetto della “casa” degli industriali milanesi, il Palazzo di Assolombarda.
Il Palazzo di Assolombarda si trova in una posizione molto centrale di Milano, come quasi tutti i palazzi che nel tempo hanno definito nello spazio le diverse configurazioni dei poteri della città: la cattedrale, il palazzo arcivescovile, il palazzo reale, il municipio, il Teatro alla Scala, l’antico Broletto, la Camera di Commercio, l’Università, alcune sedi storiche di grandi istituti di credito.
Per la costruzione della sua nuova sede, l'associazione indice un concorso: non viene scelta una piazza o un grande viale, ma una strada stretta e defilata; non una torre, ma un edificio a corte nella più rigorosa tradizione cittadina; nessun elemento altisonante in facciata, nessun segno di magniloquenza. In linea con un certo stile di riservatezza e sobrietà tipico della borghesia imprenditoriale lombarda.
Quando Gio Ponti vince il concorso nel 1960, il progetto viene indicato come un piccolo gioiello di architettura. I lavori si svolgono nel pieno del rispetto dei vincoli architettonici e urbanistici imposti alle nuove costruzioni nel centro storico, su un lotto di terreno piccolo; contemporaneamente, però, si vuole offrire un edificio con tutte le caratteristiche di funzionalità e flessibilità necessarie alla più importante organizzazione di rappresentanza italiana di imprenditori, in forte sviluppo sull’onda del boom economico postbellico. Il progetto di Ponti centra in pieno questi obiettivi: i sette piani fuori terra e i due interrati (uno dei quali ospita in auditorium di oltre 500 posti) divengono un modello di razionalità e praticità dell’organizzazione degli spazi interni, coniugato alla consueta eleganza degli interni degli arredi.
Negli anni sono stati effettuati a più riprese interventi di restauro. A lavori ultimati, il Palazzo viene restituito alla sua originale bellezza, così come l’aveva concepito Gio Ponti, eliminando le inevitabili sovrapposizioni e modifiche accumulate nel tempo e restaurando anche parte degli arredi, a conferma dell’attenzione che Assolombarda ha voluto riservare all’opera del grande architetto.
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