1890-1900

Costituite a Milano le più importanti associazioni di produttori

'Industriali, associatevi: il futuro sarà vostro se sarete organizzati'

La costituzione dei primi organismi associativi ha come cause principali l’ampliarsi delle lotte operaie e la compattezza dei lavoratori di tutti i settori produttivi che pongono il mondo imprenditoriale di fronte alla necessità di una coerenza di comportamenti e d’indirizzi. Si arriva quindi, attraverso il passaggio degli organismi di categoria, alla costituzione di associazioni imprenditoriali che raggruppano, senza distinzione merceologica, tutti gli imprenditori operanti nella stessa zona. La prima a costituirsi è la Federazione degli industriali di Monza, a cui segue, nel 1898, il “Consorzio fra industriali meccanici e metallurgici di Milano”: un’organizzazione fondata con una impostazione prevalentemente sindacale, alla quale aderiscono 21 imprese industriali, con 5840 operai.

1902

Nasce la Federazione degli industriali monzesi

'Nasce la Federazione degli industriali monzesi'

La Federazione nasce per promuovere la 'coscienza dei valori sociali e civili ed i comportamenti propri dell'imprenditorialità nel contesto di una libera società in sviluppo' e si distinse subito sia per l'efficacia della sua azione di rappresentanza e di tutela degli interessi imprenditoriali, che per l'innovazione portata nel campo nelle relazioni sindacali.

1903-1919

Alla Lombardia il primato associativo

'Milano dà l’esempio a tutta l’Italia'

Nel 1903 si costituisce l’Associazione Commercianti Esercenti e Industriali di Milano, organismo senza funzione di rappresentanza sindacale. Nel 1908 viene fondata la Lega Industriale, mentre nel 1910 nasce la Federazione Commerciale Industriale, che può vantare l’adesione di circa 100 associazioni commerciali e industriali. Nel gennaio del 1919 è fondata la Federazione Industriale Lombarda.

1920-1924

L’esperienza delle libere associazioni industriali

L’industria del dopoguerra tormentata dai conflitti sociali e dall’avvento del fascismo

A tre anni dalla fine della Grande Guerra l’industria non riesce ad equilibrare i programmi di sviluppo con i costi del lavoro. L’economia industriale è in difficoltà per la mancata ripresa nel mercato interno: per di più, ci sono pressanti richieste di intervento rivolte al Governo per correggere il distorto sistema fiscale. Il sindacalismo fascista è in crescita. Le nuove proposte degli industriali per la politica economica si orientano verso l’identificazione di un modello di ammodernamento dell’apparato produttivo sorretto da un’organica azione del Governo. L’Associazione di Milano, con libere elezioni, riunisce le massime espressioni di tutti i settori industriali, mentre i rapporti con i sindacati si fanno sempre più difficili

1924-1926

Forti limitazioni alla flessibilità delle industrie

L’applicazione della legge sulle ‘otto ore’ del 1923 e della legge sindacale del 1926

A partire dal 1924 la flessibilità dell’industria subisce forti limitazioni dovute al nuovo regime di lavoro fascista, con conseguenti ripercussioni sull’andamento della produzione e sul costo della vita. Nel 1925, a due anni dalla legge sulle ‘otto ore’, i contrasti con i sindacati nazionali diventano inconciliabili e gli industriali diventano sempre più critici sulle scelte di politica del Governo. Le libere associazioni vengono imbrigliate dalla legge sindacale del 1926. Applicando tali leggi, la Federazione Industriale Lombarda diventa Federazione Provinciale Fascista di Milano con giurisdizione sulla sola provincia di Milano.

1927-1934

Con la nascita delle corporazioni le ‘unioni’ perdono l’autonomia

La Federazione diventa un’Unione

L’assetto della Federazione degli Industriali cambia nuovamente nel 1934, a seguito della legge che istituisce le Corporazioni. La Federazione di Milano diventa quindi una delle 82 Unioni provinciali.

1935-1942

Spirano venti di guerra

L’economia bellica costringe tutte le industrie a cambiare regole e assetti produttivi

I primi avvisi di guerra provengono dalla richiesta di fornitura di maschere antigas con obbligo di produzione per le aziende. Vengono stabiliti i contributi sindacali obbligatori: è il giro di vite del regime corporativo per regolamentare i versamenti a favore della Confederazione dell’industria. Nei primi due anni della guerra l’industria adegua tutte le produzioni alle richieste del governo fascista, ma alla fine del 1942 la crisi degli approvvigionamenti di materie prime e di energia mette in ginocchio molte aziende.

1943-1944

Progetto ‘svolta economica’

La Resistenza programma rinascita e ricostruzione

La Federazione Fascista degli Industriali di Milano nel luglio del 1943, a seguito degli avvenimenti legati alla caduta del governo fascista, per breve tempo viene ‘commissariata’. Il 15 ottobre dello stesso anno il Governo della Repubblica di Salò decide la fine dell’organizzazione corporativa delle associazioni, preannunciando la nascita di una nuova Confederazione dell’Industria. La Federazione Provinciale Fascista degli Industriali cambia denominazione in Unione degli Industriali della Provincia di Milano. Nel capoluogo è creata la Confindustria Alta Italia, con il compito di coordinare le associazioni di categoria già esistenti e quelle trasferite a Roma.

 

1945

La fine della guerra ritrova tutta l’industria pronta...

Il dopo 25 aprile: la rifondazione a Milano di Assolombarda

Dopo la liberazione dell’Italia da parte degli Alleati, il 26 aprile 1945, con un’ordinanza del C.L.N., Giovanni Falck viene nominato Commissario Straordinario dell’Unione Provinciale degli Industriali di Milano. Le 5 mila imprese di Milano, con 450 mila operatori, accettano una sfida difficilissima: la ripresa. Mancano materie prime, carbone e ordini dal mercato sia italiano che estero, ma gli impianti sono stati salvati dalla distruzione e dalle esportazioni in Germania. Problemi strutturali sono l’esuberanza del personale e il malcontento della popolazione per il carovita. Il 25 giugno del 1945 viene stilato l’atto costitutivo dell’Associazione Industriale Lombarda. L’Associazione, costituita da 54 soci fondatori, si insedia con i suoi uffici ricostruiti dopo i bombardamenti del ‘43 a Palazzo Casati Stampa, in Via Torino. All’Associazione di Milano fanno capo solo le aziende della provincia di Milano, nonostante l’attribuzione “lombarda”, avvenuta per contagio delle Acciaierie Falck, anch’esse definite lombarde. Numerosi ed onerosi sono gli impegni che Assolombarda, da poco rifondata, deve affrontare.

1946

Ricostituiti i sindacati Assolombarda

Il principio basilare del rapporto con le imprese: nessuna distinzione tra grandi e piccole

La ricostruzione dei sindacati di categoria all’interno dell’Associazione è uno dei primi adempimenti contemplati nello Statuto originale, approvato dall’assemblea costitutiva del 25 giugno del 1946. Dopo oltre vent’anni le rappresentanze sindacali degli industriali, all’interno di Assolombarda, vengono ripristinate, liberamente elette e divise in settori specifici. Nello stesso anno prende il via la prima iniziativa di solidarietà: le aziende sono invitate a versare ogni anno 100 lire per ogni dipendente, che vanno a confluire in un Fondo a scopo benefico.

1946-1947

Le intese col sindacato

Tensioni e turbamenti in fabbrica: Sesto diventa la ‘Stalingrado’

L’area produttiva sestese diventa l’epicentro delle dispute politiche e sindacali e la massa di 65.000 dipendenti in forza nel periodo della guerra è protagonista dei primi scontri con i rappresentanti dell’industria. Alighiero de Micheli, alla guida di Assolombarda, lamenta l’assenza di “idee per la ricostruzione”. Viene richiesta la modifica del regime dei cambi e degli insopportabili oneri sociali.

1947-1948

La stretta monetaria

Il Governo con la linea Einaudi protegge la lira dall’inflazione

La decisione attuata per la prima volta coglie di sorpresa il sistema economico e crea serie difficoltà. L’avvio della ricostruzione non soddisfa gli industriali che chiedono misure di liberalizzazione. I prezzi al consumo subiscono una flessione e le restrizioni fermano gli investimenti. Sono necessari sedici mesi di trattative per raggiungere l’accordo sul primo contratto dei metalmeccanici.

1948

Duemila industriali a Milano

Dal l° congresso Assolombarda le linee della politica economica

Gli esponenti dell’industria nazionale organizzano il primo appuntamento del dopoguerra, presenti i ministri Tremelloni, Merzagora e Campilli. Alighiero de Micheli lancia un proclama per un “nuovo Risorgimento dell’economia”. Il presidente della Confindustria, Costa, richiama le forze politiche e sociali al rispetto delle leggi sulla libertà di lavoro e d’iniziativa.

1949-1950

L’economia si rianima

Rallenta la crescita produttiva il risanamento delle aziende

La ripresa del dialogo con il nuovo Governo e le Confederazioni sindacali ‘separate in casa’ è faticosa. Una ventina di imprese condannate dal mercato chiude, con il conseguente licenziamento di 29 mila dipendenti in un clima sociale molto teso. Una vera e propria ondata di agitazioni viene promossa dalla Cgil mentre si diffonde la ‘non collaborazione’.

1951-1953

La crisi coreana

I venti di guerra rallentano la crescita economica italiana

La produzione stenta a decollare, il mercato interno è sempre debole e le esportazioni anziché aumentare diminuiscono. Gli industriali sono contrari alla svalutazione della lira. Si aprono nuovi spiragli nel 1951, consolidati nel 1952 e nel 1953 dopo la conclusione delle ostilità in Oriente.

1956

Il ‘patto’ delle delusioni

Difesa delle libertà economiche: nasce a Roma la “Confintesa”

Viene sottoscritto l’accordo fra Confindustria, Confcommercio e Confagricoltura per istituire in tutte le province i “Centri” con l’obiettivo di accelerare il processo di chiarificazione dei rapporti con le forze politiche. L’obiettivo è quello di eleggere rappresentanti dei settori economici nei consigli comunali. I deludenti risultati sono riconosciuti dal Presidente di Assolombarda Furio Cicogna. Con l’intesa che modifica l’impianto originale dell’accordo del 1948 e l’inserimento di nuovi istituti, con sensibili miglioramenti economici, si mettono in moto nuovi problemi dopo un lungo periodo di tregua. Secondo il giudizio di Assolombarda, “...l’apertura di un fronte di trattativa nelle singole imprese porterà inevitabilmente forti sperequazioni salariali”.

1959

2° congresso Assolombarda

L’industria del Nord disponibile ad aprire il dialogo con il Sud

Dieci anni di ricostruzione e di ripresa hanno ricostituito il tessuto produttivo e rinvigorito lo spirito di iniziativa, malgrado le scoraggianti politiche governative a sostegno dell’industria di Stato. Si apre la fase dell’inserimento del processo di industrializzazione nelle aree oppresse, in sintonia con la crescita dei rapporti nell’ambito del Mec.

La nuova sede Assolombarda in via Pantano

Il presidente di Assolombarda Furio Cicogna durante l’Assemblea annuale del 7 aprile 1959 annuncia l’acquisto di un terreno in via Pantano 7/9. Il concorso per la costruzione della nuova sede dell’Associazione è stato vinto da un progetto presentato dall’arch. Gio Ponti in collaborazione con ing. Fornaroli e l’arch. Rosselli.

1960

Il grande balzo

Aumenti record della produzione annunciano il ‘miracolo italiano’

Con un aumento del 10,3% rispetto al 1959, l’industria sviluppa una linea di forte incremento, favorita dal boom dell’edilizia e dalla formazione di nuovi mercati di beni di consumo durevoli e di investimento. In campo sindacale le iniziative salgono di tono e si afferma la linea di sincronizzare la marcia dei contratti nazionali con quelli aziendali.

1961-1962

La “costola” dei meccanici

Vertenza degli ‘elettromeccanici’: prima grande contesa sindacale

La proposta dei sindacati di ‘riformulare’ le condizioni dei dipendenti del settore regolato da un contratto nazionale apre una breccia nel baluardo consolidato della contrattazione collettiva a carattere nazionale: epicentro della vertenza è l’area milanese. Si nota il comportamento anomalo delle aziende Intersind, che hanno privilegiano un’intesa separata.

1962

L’anno dei primati

Aumenti record della produzione: in forte crescita l’occupazione

Milano e la Lombardia guidano lo sviluppo del Paese. Si affermano i prodotti e le macchine made in Italy. Furio Cicogna, chiamato a Roma a succedere al presidente Costa, cede la guida di Assolombarda a Emanuele Dubini. I sindacati sono in prima linea: i metalmeccanici chiedono consistenti aumenti. Nasce il centro-sinistra a Milano.

1963

Pericolo di inflazione

Il ‘boom’ trascina i consumi oltre il livello di guardia e Assolombarda si trasferisce nella sede attuale

Mentre le cronache diffondono l’immagine di un Paese con un’economia in grande salute, nascono i primi timori di contraccolpo. Gli economisti più avveduti prospettano il pericolo di un’ubriacatura del mercato. L’ondata di benessere mai conosciuta scatena la polemica sulla ‘società opulenta’. Le spese per i consumi superano largamente la crescita dei salari. Nel febbraio del ‘63 Assolombarda si trasferisce nella sede attuale, in Via Pantano al 9.

1964

Lo scivolone dell’economia

Aumentano i costi di produzione e l’economia rallenta la corsa

Le contraddizioni di un sistema economico colpito da inflazione di costi e da un forte aumento dei prezzi al consumo pongono in grave pericolo il potere d’acquisto della moneta. L’arresto della curva di crescita della produzione è accompagnato dal ristagno dell’occupazione. Si accende il dibattito fra le parti sociali sull’ipotesi di una “politica del redditi”.

1966-1967

La ‘ripresina’

Il regime dei costi italiani non regge il confronto europeo

Il Presidente Dubini richiama al rispetto delle regole della Comunità: applicando gli ultimi due abbattimenti daziari, previsti dal trattato di Roma, si apre la strada alla completa liberalizzazione degli scambi. Viene proposta un’intesa tra Governo, imprenditori e sindacati per attuare una programmazione coordinata rispettando le compatibilità di bilancio.

1968

Il 1° autunno caldo

Prova di forza del sindacato. Obiettivo: potere in fabbrica

Andamento regolare della produzione, prezzi stabili, inflazione contenuta e avvio della ‘programmazione contrattata’ fanno da sfondo alle proposte della Cisl per un ‘codice’ degli scioperi: il nuovo anno si annuncia tranquillo. Il vento della ‘contestazione’, invece, a primavera scatena un’ondata di scioperi per le richieste di forti aumenti e la riduzione degli orari di lavoro.

1969

Il 2° autunno caldo

Il ‘gatto selvaggio’ in fabbrica scatena agitazioni e disordini

Nulla lascia presagire, alla fine del 1968, che i fermenti innovatori che nel 1969 avrebbero animato il sindacato si sarebbero saldati con gli obiettivi velleitari del movimenti extraparlamentari. Duro è il commento di Assolombarda: “il metodo della diffusa violenza come arma di persuasione per inasprire le vertenze non doveva essere accettato dai sindacati democratici”.

1970-1973

L'impegno di Assolombarda su inquinamento acque e circolarità delle merci

Il Paese è in ritardo e la questione ambientale è un tema caldo di quegli anni

In una città come Milano che si sta ancora sviluppando in modo “spontaneistico”, i giovani industriali propongono al Comune una programmazione nazionale della circolarità delle merci.

1974

Si intensificano gli scambi commerciali con l’estero

Istituito UNIONSCAMBI per assiste le imprese esportatrici ed importatrici in tutte le fasi.

1975

Manifestazioni operaie e studentesche

Assolombarda spesso nel mirino delle contestazioni

La sede di via Pantano presa di mira come simbolo del potere e oggetto di sassaiole e tafferugli. Vetri della sede solo scalfiti perché da poco sostituiti con quelli antiproiettile. 

1977

Continuano le manifestazioni di protesta

Il 12 marzo, monotov e colpi di pistola contro Assolombarda.

Sono, inoltre, numerose le vertenze sindacali a Milano e provincia. Solo Assolombarda dichiara di avere in discussione 200 piattaforme contrattuali.

1978

ASSOSERVIZI al servizio delle imprese

Viene fondata la Società generale di servizi per le imprese e le associazioni industriali

ASSOSERVIZI ha l’obiettivo di sostenere le imprese con specifiche consulenze in ambito di retribuzioni, servizio telex, corsi e seminari, sicurezza e ambiente, contabilità e editoria.

1979

L'impegno sociale di Assolombarda

Assolombarda impegnata nella raccolta fondi per costruite due scuole, una a Tarcento e l’altra a Madonna di Buia e due centri colpiti dal terremoto.

1984

Archeologia industriale e nuove sfide

Si inizia a parlare di archeologia industriale

Il presidente di Assolombarda, Antonio Coppi, indica la necessità di recuperare i vecchi edifici industriali e sottolinea il grande valore storico degli archivi aziendali. 
Si cominciano ad affrontare i temi del cambiamento tecnologico insieme ad altre problematiche per l’impresa: la “sfida del 2000”, la necessità di formazione interna per affrontare i mutamenti, la richiesta di maggiore professionalità per i lavoratori.

1987

La sede di Assolombarda si amplia

Nel palazzo di Gio Ponti una sala dedicata al fondatore dell'Associazione

Al corpo principale di via Pantano, realizzato nei primi anni ’60 da Gio Ponti, si affianca una nuova palazzina che si affaccia su via Chiaravalle destinata al Centro Studi e al Consorzio Stampa Tecnica. Inoltre, viene realizzata una nuova sala dedicata all’ing. Giovanni Falck fondatore dell’Associazione.

1988

Nuova politica fiscale

Assolombarda pubblica il volume “Libro bianco sulla politica fiscale” per un fisco equo e utile come strumento di sviluppo per le imprese. 

1989

Una nuova sede Assolombarda a Desio, in Brianza

Assolombarda punta ad uno dei poli produttivi di prima grandezza nel panorama industriale regionale e alla filiale di Desio con 300 aziende associate e 25 mila dipendenti. Inaugurazione nel novembre dello stesso anno.

1994

Servizi per le imprese

Assolombarda intensifica il supporto alle aziende

Viene introdotto il servizio di banca dati che raccoglie curriculum professionali: si chiama “mobilità dirigenti” per combattere la disoccupazione degli stessi. Nasce, inoltre, “fisco veloce”, una vittoria di Assolombarda che dimostra come la tanto criticata “macchina tributaria” possa trasformarsi in un’organizzazione efficace.

1995

Progetto SODALITAS

Associazione non profit

Nasce un’associazione costituita in primo luogo da manager volontari e imprese con l’obiettivo di sviluppare il mondo del “non profit”, il cosiddetto Terzo Settore. Aderiscono inizialmente 14 imprese.

1997

Prospettive di crescita e certificazioni

Assolombarda e la certificazione CISQ CERT

Nasce ASSOTEC per iniziativa di Assolombarda, Camera di Commercio di Milano e CNR allo scopo di sostenere la crescita tecnologica, l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Nello stesso anno Assolombarda riceve la certificazione da parte di CISQ CERT, organizzazione che fornisce servizi alle imprese.

1998

Cultura e raccolta fondi

Carta della Donazione: il codice di autoregolamentazione raccolta fondi

Insieme ad altri enti pubblici e privati, Assolombarda partecipa alla creazione della Fondazione per il Museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci di Milano, che succede all’omonimo ente pubblico nella gestione e valorizzazione delle attività del museo nato nel 1953.
Nello stesso anno viene realizzato, insieme ad altri soggetti del Terzo Settore, il primo Codice etico italiano per l’autoregolamentazione della raccolta fondi “non profit”: la “Carta della donazione” formata da 27 articoli.

1999

Il “Patto per il Lavoro”

Assolombarda firma, insieme alle sigle sindacali, il Patto con il quale Milano diventa una sorta di laboratorio per i contratti flessibili.

2001

Premio Social Award

Viene istituito da SODALITAS il primo Premio Social Award.

2002

Difensore della piccola e media impresa

Un nuovo servizio per le imprese

Viene istituito lo sportello “Difensore PMI” destinato alle miniaziende del territorio. Il suo compito primario è quello di difendere le imprese che subiscono “soprusi, omissioni, irregolarità, negligenze, disservizi da parte di enti o altre istituzioni”.

2002-2007

La prima campagna pubblicitaria

Assolombarda lancia la prima campagna per ampliare la base associativa: cartelloni stradali di 6m x 3m rendono protagonisti i volti di imprenditori, più o meno noti, con lo slogan “Dare voce alla vostra azienda è la nostra impresa”.

2004

Le imprese e la "rete"

Connettività, accessibilità e integrazione in rete

Sono le parole chiave in un’epoca sempre più tecnologica. Per aiutare le imprese, specie quelle di medie e piccole dimensioni, a crescere dal punto di vista tecnologico, Assolombarda decide di investire su progetti che le rendano competitive sul web.

2006

Assolombarda prima associazione territoriale italiana del sistema Confindustria

Tra i soci di Assolombarda il 55% sono imprese manifatturiere e il restante 45 sono aziende del terziario. Il cui peso del terziario è quasi raddoppiato tra il 1997 e il 2006. Due su tre sono piccole imprese.

2008

Venture Community

Nasce un progetto ideato dai giovani imprenditori di Assolombarda che si propone di facilitare la nascita di nuove imprese e lo sviluppo di PMI.

2009

Design e imprese

Nasce lo Sportello informativo del Design

Assolombarda, inoltre, insieme all’Associazione per il design industriale, attiva lo “Sportello informativo design” al fine di promuovere il design quale leva strategica per favorire la competitività delle imprese di ogni settore e dimensione.

2013

Le "prime volte" di Assolombarda: Retee d’impresa e Osservatorio Assolombarda

Prima rete d’impresa

Viene creato ReFIT - Renewable Energy & Phytoremediation, prima rete nata nell’ambito del Green Economy Network, il progetto promosso da Assolombarda per stimolare nuove alleanze tra le imprese milanesi che offrono prodotti, tecnologie e servizi per la sostenibilità ambientale ed energetica e per dare visibilità alle loro competenze.

Prima indagine dell’Osservatorio

Presentata la prima edizione dell’indagine che monitora trimestralmente l’andamento del mercato del lavoro sulla base delle informazioni che le principali agenzie acquisiscono nell’ambito della loro attività di intermediazione.

2015

Nascono Assolombarda Servizi e Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza

Assoservizi

La società di servizi di Assolombarda, si rinnova e diventa Assolombarda Servizi. Obiettivo è quello di offrire soluzioni concrete per lo sviluppo delle imprese attraverso un ampio portafoglio di servizi personalizzati.

Assolombarda cresce

Nasce Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza, risultato della fusione tra Assolombarda e Confindustria Monza e Brianza, con 6.000 imprese associate e 320.000 dipendenti.

2018

Fusione con Assolodi

Nasce Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza, Lodi

Il 25 maggio 2018 Assolombarda cresce ancora con la sottoscrizione dell’atto di fusione per incorporazione fra le due Associazioni.

2020

Fusione Assolombarda e Confindustria Pavia

Fusione

Viene approvato il Progetto di fusione per incorporazione tra Assolombarda e Confindustria Pavia.

Coronavirus

Scoppio della pandemia mondiale. Assolombarda diventa il punto di riferimento per le imprese dei territori, supportando le aziende con tempestività su normative e comportamenti da adottare.

2024

Assolombarda si apre alla città: nuovi spazi e asilo nido

Dopo significativi lavori di rinnovamento della sede milanese, Assolombarda si apre alla città con nuovi spazi inaugurati dal Presidente Alessandro Spada, alla presenza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Il Palazzo, pur conservando la bellezza e lo stile Gio Ponti, si arricchisce di una corte o "piazza interna” e una lounge, adatte ad ospitare eventi e rassegne culturali.

A settembre apre un asilo nido interno destinato ai figli dei dipendenti e aperto alla città. Un progetto strategico per dare vita a un nuovo modello di welfare capace di migliorare la conciliazione tra vita professionale e lavoro, promuovendo una società a misura di famiglia in una fase storica caratterizzata da un ‘inverno demografico’ preoccupante e da un ancora inaccettabile gender gap.

Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica
[Thomas Edison]
Risparmio

Se stai leggendo questa frase significa che non stai navigando da qualche minuto e questa modalità di risparmio energetico ti permette di consumare meno quando sei inattivo.

Alle volte per fare bene basta un piccolo gesto: perché anche il poco, giorno dopo giorno, diventerà molto.

Fare impresa sostenibile è il nostro impegno di responsabilità:
significa creare valore per le generazioni future, per gli stakeholder e per l’ambiente.

Assolombarda