Top500+ Monza Brianza e Lodi

Vocazioni, analisi e prospettive del sistema economico dei territori di Monza Brianza e Lodi

L'analisi di Monza e Brianza

Il tessuto economico di Monza e Brianza conta oltre 74 mila imprese che occupano circa 273 mila addetti e producono 24,6 miliardi di euro di valore aggiunto. Con queste cifre, Monza e Brianza rappresenta ben l’8% dell’economia lombarda a fronte di una superficie territoriale che si estende per meno del 2% della regione. La rilevanza della provincia è evidente anche nella sua apertura all’estero: nell’ultimo decennio, si registra una consistente crescita delle vendite all’estero, pari al +34%, e in particolare di quelle destinate ai paesi extra-europei la cui quota ha raggiunto il 50%. La gran parte del merito di queste performance va al manifatturiero, che contribuisce alla sua economia con il 27% del valore aggiunto e il 30% della forza lavoro e si fonda su specifiche vocazioni produttive: in primis, il legno-arredo e la meccatronica, la quale comprende meccanica, elettronica, metallurgia e automotive. Inoltre, il chimico e il farmaceutico registrano importanti concentrazioni produttive e la gomma-plastica contribuisce in modo determinante alle esportazioni della provincia.
In questo panorama della struttura economica della provincia di Monza e Brianza, si inserisce la settima edizione della TOP500+, un progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-finanziari delle maggiori realtà imprenditoriali nel 2019, promosso da Assolombarda, PwC e Banco BPM, in collaborazione con Il Cittadino. Lo studio analizza le prime 800 società della provincia di Monza e Brianza ordinate per fatturato 2019 appartenenti ai settori dell’industria, dei servizi non finanziari e del commercio.
In questa edizione, le 800 migliori realtà imprenditoriali della provincia di Monza e Brianza hanno ricavi che vanno da 8,9 milioni a 3,9 miliardi di euro, per un fatturato complessivo (record anche quest’anno) di 53,7 miliardi euro e un risultato di esercizio in somma algebrica pari a 1,5 miliardi di euro.
L’identità manifatturiera che caratterizza la provincia di Monza e Brianza si ritrova chiaramente nella composizione per macro settori della classifica: sono 441 su 800 le imprese industriali, pari al 55% del totale. A seguire, il Commercio con 257 aziende e i Servizi con 102 aziende. La forte rilevanza dell’Industria si misura anche in termini di fatturato: le società di questo comparto, infatti, registrano ricavi per 31,5 miliardi di euro, pari al 59% del fatturato totale delle 800 classificate. A seguire, il Commercio con 17,8 miliardi di fatturato (33%).
Al fine di leggere la situazione attuale in modo più completo e decifrare il clima di profonda incertezza che interessa l’intero 2020 a causa della pandemia, l’analisi si arricchisce di una sezione finale sulle prospettive delle imprese. Dall’indagine, condotta a fine ottobre con il coinvolgimento di 287 imprese della provincia di Monza e Brianza, emerge che ben il 69% delle aziende di Monza e Brianza stima un calo del proprio fatturato e per ben una azienda su quattro quantifica tale perdita oltre il -20%. Nel 2021 oltre il 50% delle imprese si attende un rimbalzo e una azienda su tre prevede il recupero dei livelli pre-Covid, mostrando così una spiccata reattività per il futuro. Tuttavia, il 13% si prevede una perdita strutturale non colmabile nel medio periodo.
Non solo i ricavi, anche la progettualità delle aziende ha dovuto confrontarsi con la crisi pandemica. Tuttavia, solo l’11% delle imprese di Monza e Brianza dichiara di aver annullato progetti come nuovi investimenti produttivi, espansioni geografiche, investimenti sul capitale umano, mentre ben il 30% ha deciso di mantenerli nonostante la situazione complessa e quasi il 60% ne ha soltanto rivisto l’entità e/o i tempi.

L'analisi di Lodi

La provincia di Lodi conta oltre 15 mila imprese che occupano 58 mila addetti. Il manifatturiero è il vero traino dell’economia di questo territorio, generando un quarto del valore aggiunto provinciale, e si fonda su alcune specifiche vocazioni: la più ‘storica’ è quella agroalimentare (forte del suo legame con il sistema agricolo locale), a cui si uniscono altre due specializzazioni produttive, ovvero la farmaceutica e la chimica. In particolare, Lodi è la prima provincia in Italia e in Lombardia nella cosmetica. Elettronica, gomma-plastica, meccanica e automotive completano il quadro delle specializzazioni produttive del territorio. Tra i servizi, la logistica è un settore rilevante, soprattutto in termini di forza lavoro occupata. Altrettando importanti per l’economia lodigiana sono i servizi di informazione e comunicazione.
In questo panorama della struttura economica della provincia di Lodi, si inserisce la terza edizione della TOP200, un progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-finanziari delle maggiori realtà imprenditoriali nel 2019, promosso da Assolombarda, PwC e Banco BPM, in collaborazione con Il Cittadino di Lodi. Lo studio valorizza le peculiarità del profilo economico del territorio attraverso una analisi dei risultati di bilancio delle principali imprese lodigiane in termini di ricavi. Nello specifico, vengono esaminate le prime 200 società ordinate per fatturato 2019 appartenenti ai settori dell’industria, dei servizi non finanziari, del commercio e dell’agricoltura.
In questa edizione, le società ‘top’ in classifica presentano un fatturato compreso tra i 6,2 e i 780 milioni di euro, ricavi complessivi pari a 7,2 miliardi di euro e reddito di esercizio complessivo che sfiora i 300 milioni (con una quota di aziende in utile pari all’89% della classifica). Inoltre, risultano elevati sia i margini (6,8% l’EBITDA mediano sul fatturato) sia la redditività sul capitale proprio (8,8% il ROE mediano).
La forte vocazione manifatturiera della provincia di Lodi emerge in modo preponderante osservando la composizione per macrosettori della classifica: sono 121 su 200 le imprese industriali, pari al 61% del totale. A seguire, il Commercio con 45 aziende, i Servizi con 32 aziende e l’Agricoltura con 2 aziende. La forte rilevanza dell’Industria si misura anche in termini di fatturato: le società di questo comparto, infatti, registrano ricavi per 4,4 miliardi di euro, pari al 62% del fatturato totale delle 200 classificate. A seguire, i Servizi 1,8 miliardi di fatturato (26%).
Considerando il duro colpo inferto dalla pandemia sull’economia nel 2020, l’analisi si arricchisce di una sezione finale sulle prospettive delle imprese. Dall’indagine, condotta a fine ottobre con il coinvolgimento di 73 imprese della provincia di Lodi, emerge che il 68% delle imprese stima un calo del proprio fatturato, in particolare per una azienda su quattro le diminuzioni sono superiori al -20%. Il 2021 è l’anno del rimbalzo, infatti quasi la metà delle imprese si attende un aumento del fatturato. Risulta però considerevole anche la quota, pari al 19%, che prevede una diminuzione. Oltre una azienda lodigiana su 3 ritiene che entro il 2021 possa tornare ai livelli di ricavi pre-pandemia, mentre il 20% delle imprese prospetta una perdita strutturale non colmabile nel medio periodo, di cui la metà già stima un calo del fatturato nel 2020 di oltre il -20%.
In termini di progettualità, invece, il tessuto produttivo di Lodi mostra una certa resilienza: infatti, solo il 12% dichiara di aver annullato progetti come nuovi investimenti produttivi, espansioni geografiche, investimenti sul capitale umano e ben il 32% ha, invece, deciso di confermarli nonostante la situazione complessa e il 55% li ha mantenuti revisionandoli nell’entità e/o nei tempi.

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