Top500+ Monza Brianza 2022

La classifica delle 800 maggiori imprese di Monza Brianza, il quadro economico attuale e prospettico, il focus sull'innovazione.

La classifica top500+ 2022

Le 800 maggiori aziende della provincia di Monza e della Brianza che rientrano nella classifica 2022 del “TOP 500+” hanno ricavi riferiti al 2021 che vanno da un minimo di 10,2 milioni a un massimo di 4,7 miliardi di euro. Il fatturato complessivo di queste aziende raggiunge i 60,3 miliardi euro e il risultato di esercizio, in somma algebrica, ammonta a 2,8 miliardi di euro. Le aziende sono presenti in tutti i comuni della provincia: il 55% del fatturato delle 800 imprese censite si concentra nei primi 5, ossia Monza, Vimercate, Agrate Brianza, Cesano Maderno e Lissone. 

Le prime 10 aziende confermano il proprio posizionamento rispetto allo scorso anno, incrementando il fatturato. Salgono a 8 le realtà con un fatturato superiore al miliardo di euro (2 in più rispetto all’edizione precedente): prima Esprinet S.p.A. (Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A. (Verano Brianza), terza BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), quarta STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), quinta Candy S.p.A (Monza), sesta Decathlon Italia S.r.l. (Lissone), settima SOL S.p.A. (Monza), ottava Prenatal Retail Group S.p.A. (Cogliate). Seguono, con poco distacco, le altre due aziende che completano la top ten: nona Roche S.p.A. (Monza) e decima Gruppo Sapio S.p.A. (Monza).

Focalizzandosi su un campione chiuso di 692 società è possibile svolgere qualche confronto tra i risultati conseguiti nel 2021 e quelli dell’anno precedente. Il 2021 è un anno di robusta ripresa e il fatturato complessivo delle aziende analizzate rimbalza del +16,4% dopo il calo del -4,6% accusato nel 2020, portandosi così su valori superiori a quelli del 2019 antecedenti la pandemia del +11,1%. Anche in termini di redditività si rileva un significativo miglioramento: l’EBIT mediano sui ricavi passa dal 3,9% nel 2020 al 4,8% nel 2021, il ROE mediano dal 9,5% al 12,4%. La quota di aziende in utile si amplia dall’85% nel 2020 a ben il 92% nel 2021.

Il quadro economico recente

La ripresa economica di Monza e della Brianza, iniziata nella seconda metà del 2020, è proseguita a ritmo spedito nel corso del 2021 e del 2022, nonostante il progressivo deterioramento del contesto per effetto del perdurare della pandemia, dell’instabilità generata dalla guerra in Ucraina, delle frizioni nelle supply chain globali, della salita dei prezzi delle materie prime guidata dai prodotti energetici e dell’accelerazione dell’inflazione.
Nel 2022 l’economia monzese è attesa colmare pienamente la perdita di PIL accusata nel 2020: i rimbalzi del valore aggiunto del +7,3% nel 2021 e del +2,5% nel 2022 permetteranno di recuperare il pesante -8,6% della recessione pandemica. L’orizzonte del recupero è similare a quello della Lombardia, sebbene l’intensità minore: alla fine del 2022 il PIL provinciale si attesterà a +0,6% rispetto al 2019, quello regionale a +1,8%. Nel 2022 anche l’occupazione monzese è attesa tornare sopra i livelli del 2019, con +4 mila unità.

Le prospettive e i rischi

Le previsioni per il 2023 sono in peggioramento. A Monza e Brianza il PIL è stimato calare del -0,4%, come risultato di una contrazione del valore aggiunto sia dell’industria (-1,2%) sia dei servizi (-0,5%) sia dell’agricoltura (-9,2%) a fronte di un aumento delle costruzioni (+4,2%). Le attese per il territorio sono più negative di quelle per la Lombardia, dove è prevista una crescita del +0,3%, risentendo maggiormente l’economia locale del rincaro degli input produttivi e del rallentamento internazionale. Le stime riferite all’occupazione provinciale sono, invece, di una sostanziale stazionarietà.

Le evidenze macroeconomiche per l’anno in corso e per il prossimo sono coerenti con le indicazioni raccolte di recente da Assolombarda presso un campione di 121 imprese dell’industria e dei servizi del territorio.
Una quota elevata di imprese monzesi, pari al 75%, dichiara nei preconsuntivi di ottobre un aumento del fatturato nel 2022 rispetto al 2021 (era al 66% nelle attese formulate l’inverno scorso), il 15% un risultato in linea e il 10% in diminuzione. Nei primi nove mesi di quest’anno, le criticità di approvvigionamento/costo di materiali e componentistica e i prezzi dell’energia emergono come i maggiori ostacoli: entrambi i fattori sono di ‘medio-alto’ rischio per quasi il 90% delle imprese. Rilevanti sono poi le pressioni nel reperimento delle figure professionali ricercate, di grado ‘medio-alto’ per circa l’80% delle aziende.

Per il 2023 la quota di imprese monzesi che prevede un incremento del fatturato scende al 47%. Si amplia la fascia della stabilità, indicata dal 33% delle aziende, suggerendo cautela e incertezza rispetto all’evoluzione del contesto locale e internazionale, così come quella della diminuzione, indicata dal 20% restante di realtà.
Con riferimento ai rischi in prospettiva, restano significativi quelli legati a materie prime ed energia per una quota di imprese sempre pari al 90% circa. Si intensifica però l’intensità del rischio per i prezzi energici (rischio ‘alto’ per il 77% dei rispondenti nel 2023 vs 61% nel 2022), mentre si allenta per le strozzature degli input produttivi (rischio ‘alto’ per il 53% nel 2023 vs 61% nel 2022). Cresce poi il timore per una domanda insufficiente, in coerenza con le ridimensionate stime di crescita globale, indicato come rischio ‘medio-alto’ dal 73% delle aziende, così come quello per i vincoli finanziari, indicato dal 56% dei rispondenti.

Il focus tematico: l'innovazione

Il sistema dell’innovazione di Monza e della Brianza si caratterizza per il ruolo rilevante delle imprese, con più di 300 società del territorio che investono intra-muros in ricerca e sviluppo secondo le ultime rilevazioni disponibili riferite a prima della pandemia. Soprattutto, Monza emerge come seconda provincia in Lombardia per investimento delle imprese in R&S con oltre 750 milioni di euro, dopo la capofila Milano, concentrando così il 19% della spesa privata regionale (Milano il 53%) e sommando insieme i valori assoluti di Bergamo e Brescia che seguono in terza e in quarta posizione.
La competitività dell’industria locale si ritrova anche nella capacità di aggiudicarsi fondi europei. Monza, infatti, si posiziona ancora una volta seconda in regione, dopo Milano saldamente al vertice, per valore assoluto dei finanziamenti Horizon 2020 vinti, con 77 milioni di euro (di questi, il 97% sono vinti da imprese).

L’importante investimento in ricerca e innovazione del territorio va, tuttavia, contestualizzato all’interno di un contesto lombardo e italiano deficitario rispetto alle principali regioni e città europee. Per dare un ordine di grandezza: i brevetti europei depositati dalla Lombardia tra il 2015 e il 2020 sono appena 1/5 quelli della Baviera e Monza incide sulla Lombardia per il 7%.

Approfondendo le 800 maggiori aziende della classica ‘Top500+’ 2022, sono 119 quelle che hanno almeno 1 brevetto attivo a livello nazionale o internazionale, distribuite in 42 comuni della provincia (la concentrazione maggiore è a Monza Est dove sono attive 50 aziende innovative, con Agrate e Vimercate in cima). Se la distribuzione territoriale è abbastanza diffusa, poche realtà concentrano invece il numero maggiore di brevetti.
Nelle prime 15 classi tecnologiche dei brevetti appartenenti a queste imprese, ben 7 afferiscono all’ingegneria elettrica e al digitale, 3 alla chimica, 3 agli strumenti, 1 ai macchinari e 1 ai beni di consumo. Si tratta, nella maggior parte dei casi, delle traiettorie tecnologiche più in crescita a livello europeo negli ultimi anni.

Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica
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Assolombarda