Top 200 Lodi 2022

La classifica delle 200 maggiori imprese di Lodi, il quadro economico attuale e prospettico, il focus sulla sostenibilità sociale.

La classifica top200 2022

Le 200 maggiori realtà imprenditoriali della provincia di Lodi che rientrano nella classifica “TOP 200” hanno ricavi riferiti al 2021 che vanno da un minimo di 7 milioni a un massimo di 1,3 miliardi di euro. Complessivamente, i ricavi delle 200 aziende sono pari a 10,2 miliardi di euro e la somma algebrica dei loro risultati di esercizio si attesta su 503 milioni di euro. Le imprese della classifica coprono gran parte dei comuni della provincia e il 65% del fatturato delle 200 imprese censite si concentra nei primi 5: Lodi, Terranova dei Passerini, Lodi Vecchio, Pieve Fissiraga e Codogno.

In cima alla classifica 2022 si trovano Zucchetti Group S.p.a. (Lodi) il cui fatturato supera il miliardo di euro, seguita da Sasol Italy S.p.a. (Terranova dei Passerini) e Sodalis S.r.l. (Lodi Vecchio). Completano la top ten: in quarta posizione Sipcam Oxon S.p.a. (Lodi), quinta Gruppo Itelyum (Pieve Fissiraga), sesta Aperam Stainless Services & Solutions Italy S.r.l. (Massalengo), settima A.F. Logistics S.p.a. (Lodi), ottava Ibsa Farmaceutici Italia S.r.l. (Lodi), nona MTA S.p.a. (Codogno) e decima Inovyn Produzione Italia S.p.a. (Tavazzano con Villavesco). Di queste prime dieci aziende della TOP200, ben 8 sono aziende industriali (di cui 5 appartenenti al settore chimico), mentre le restanti 2 rientrano nel settore dei servizi.
Focalizzandosi su un campione chiuso di 176 realtà presenti in classifica è possibile svolgere qualche confronto tra i risultati 2021 e quelli dell’anno precedente. Il 2021 è un anno di robusta ripresa e il fatturato complessivo delle aziende analizzate registra una crescita del +7,3%, portandosi sul +8% rispetto ai livelli pre Covid, anche grazie alla sostanziale tenuta dei fatturati osservata nel 2020 (+0,6% rispetto al 2019).
Anche in termini di redditività si registra un miglioramento: entrambi in crescita l’EBIT mediano (dal 3,6% al 4,3% sui ricavi) e il ROE mediano (dal 7,2% al 9,5%). La quota di aziende in utile nel 2021 si attesta all’89% (81% nel 2020).

Il quadro economico recente

Nel territorio lodigiano la ripresa economica post Covid si è consolidata nel 2021 ed è proseguita nel 2022, nonostante gli ostacoli crescenti innescati dal doppio shock senza precedenti pandemia-guerra che agisce da freno all’economia mondiale e colpisce le imprese soprattutto in termini di surriscaldamento dei prezzi delle materie prime, accelerazione dell’inflazione trainata dai beni energetici, difficoltà nelle catene globali di approvvigionamento e produzione. Nel 2022 l’economia lodigiana è attesa colmare pienamente la perdita di PIL accusata nel 2020: i rimbalzi del valore aggiunto del +7,7% nel 2021 e del +2,7% nel 2022 permetteranno di recuperare il -8,1% della recessione pandemica nel 2020. L’orizzonte del recupero è similare a quello della Lombardia: alla fine del 2022 il PIL provinciale si attesterà a +1,7% rispetto al 2019, quello regionale a +1,8%. Nel 2022 l’occupazione lodigiana è attesa stabilizzarsi su livelli superiori a quelli del 2019 di circa +4mila unità.

Le prospettive e i rischi

Le previsioni per il 2023 sono in peggioramento. A Lodi si stima una contrazione del PIL del -0,2% per l’anno prossimo, derivante dal un calo del valore aggiunto dell’agricoltura (-1,4%) e dei servizi (-0,5%) a fronte di un aumento dell’industria (+0,8%) e delle costruzioni (+0,8%). Le prospettive per il lodigiano sono meno brillanti di quelle per la Lombardia, prevista in crescita del +0,3%, per via di un maggior impatto sull’economia locale del rincaro degli input produttivi e del rallentamento internazionale. Al contrario, si stima che l’occupazione provinciale possa crescere leggermente il prossimo anno (+0,7%). Le tendenze evidenziate dagli indicatori macroeconomici per l’ anno in corso e per il 2023 trovano conferma nelle informazioni raccolte di recente da Assolombarda da un campione di 58 imprese del territorio. Ben il 69% delle imprese lodigiane coinvolte dichiara nei preconsuntivi di ottobre un aumento del fatturato nel 2022 rispetto al 2021 (era pari al 63% nelle attese formulate l’inverno scorso), il 19% un risultato in linea e il 12% una diminuzione del fatturato. Nei primi nove mesi di quest’anno, tra i maggiori ostacoli spiccano la difficoltà di reperimento/costo di materie prime e componentistica e l’aumento dei costi dell’energia, indicati come fattori a “medio-alto” rischio rispettivamente dal 93% e dall’86% delle imprese. Un impedimento rilevante è rappresentato anche dalla difficoltà di reperimento delle figure professionali ricercate, considerato come elemento di “medio-alto” rischio dal 78% delle imprese. In prospettiva, la quota di imprese che prevede un aumento di fatturato nel 2023 cala al 55%. Specularmente, si espandono sia la quota di imprese che prevede una stabilità del fatturato (22%) sia la quota di imprese che mette in conto una sua diminuzione (22%), a indicare la presenza di cautela e incertezza riguardo la possibile evoluzione dello scenario internazionale e locale. Guardando ai rischi per il 2023, le imprese confermano le proprie preoccupazioni sia per l’aumento dei costi dell’energia, fattore considerato ad “alto” rischio da una quota crescente di imprese (70% nel 2023 vs 57% nel 2022), sia per le difficoltà di reperimento degli input produttivi, giudicate però leggermente meno problematiche in prospettiva (rischio “alto” per il 68% nel 2023 vs 75% nel 2022). In linea con il rallentamento delle stime di crescita mondiale per il prossimo anno, cresce il timore di un indebolimento della domanda (rischio “medio-alto” per il 65% delle imprese) e pesano maggiormente i possibili vincoli finanziari, evidenziati dal 34% delle imprese.

Il focus tematico: la sostenibilità sociale

Al giorno d’oggi, è sempre più importante per le imprese adottare strategie di business improntate alla sostenibilità sociale. Favorire le pari opportunità, formare ed assumere i giovani, rendere più agevole per i lavoratori il bilanciamento lavoro-famiglia, partecipare a progetti rivolti ai soggetti più deboli sono tutti strumenti che le imprese mettono quotidianamente in campo in questo ambito. Nell’inseguire l’obiettivo della sostenibilità sociale, poi, le imprese lodigiane dialogano con una fitta rete di istituzioni non profit. Da un’indagine svolta da Assolombarda su un campione di 58 imprese del territorio lodigiano emerge come oltre la metà delle imprese abbia finanziato o promosso negli ultimi anni attività a favore della sostenibilità sociale collaborando, in particolar modo, con enti filantropici e di volontariato (19% delle imprese), scuole e/o università (14%) ed enti sportivi (14%). Spesso le iniziative oltrepassano i confini provinciali e nazionali assumendo una dimensione ancora più ampia.

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