Top 1000 Monza Brianza 2024
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La classifica delle 1000 maggiori imprese di Monza Brianza e il quadro economico attuale e prospettico.
La classifica Top 1000 2024
La classifica delle “TOP” imprese della provincia quest'anno si espande a 1000 aziende (dalle 800 prima mappate), divenendo la classifica “TOP 1000” di Monza e Brianza, una scelta “obbligata” dopo anni di costanti incrementi nella soglia minima di fatturato.
I ricavi delle “TOP 1000” aziende riferiti al 2023 vanno da un minimo di 7,9 milioni a un massimo di quasi 4 miliardi di euro. La soglia massima si riduce rispetto allo scorso anno e per la prima volta dal 2019 scende sotto i 4 miliardi di euro, seppur appunto per pochi milioni. Anche la soglia minima, a causa dell’ampliamento della classifica a 1000 imprese, è ovviamente inferiore rispetto a un anno fa, ma è sotto la soglia dell’anno scorso anche l’ottocentesima in classifica, i cui ricavi si attestano a 10,6 milioni di euro (11,2 milioni di euro nell’edizione precedente).
Nel complesso, il fatturato delle 1000 aziende vale 71,4 miliardi euro e il risultato di esercizio, in somma algebrica, ammonta a 2,9 miliardi di euro. Focalizzandosi sul campione chiuso di 699 società (con lo stesso consolidamento nelle classifiche passata e presente) è possibile confrontare i risultati conseguiti nel 2023 e quelli del 2022. Il 2023 vede un netto rallentamento della crescita, con il fatturato complessivo delle aziende che segna appena un +0,4%. La redditività rimane, invece, straordinaria e in crescita: considerando tutte le 1000 imprese in classifica, l’EBIT mediano sui ricavi passa dal 5,2% nel 2022 al 5,9% nel 2023, il ROE mediano dal 14,0% al 14,4%. La percentuale di aziende in utile sul totale è record al 93,4%.
Nell’edizione 2024, nonostante qualche rimescolamento in cima alla classifica, le prime 15 aziende si confermano su livelli di fatturato molto elevati e superiori agli 850 milioni di euro. Di queste ben 10 totalizzano ricavi maggiori del miliardo di euro annuo (con anche l’undicesima che sfiora i nove zeri).
Prima è nuovamente Esprinet S.p.A. (Vimercate); seconda STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), che inverte la posizione con Mediamarket S.p.A. (Verano Brianza), terza; quarta G.A.I.A. Holding S.r.l. (Desio); quinta BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno); sesta Candy S.p.A. (Brugherio); settima Decathlon Italia S.r.l. (Lissone); ottava SOL S.p.A. (Monza); nona DS Smith Holding Italia S.p.A. (Vimercate); decima Sacchi Giuseppe S.p.A. (Desio). Seguono undicesima Intercos S.p.A. (Agrate Brianza), vicinissima al miliardo di euro di fatturato, dodicesima Roche S.p.A. (Monza), tredicesima Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano), quattordicesima Gruppo Sapio (Monza), quindicesima Euroitalia S.r.l. (Cavenago di Brianza).
Infine, quest’anno la classifica torna ad avere una copertura geografica totale, con tutti i 55 comuni che ospitano almeno una delle aziende Top. In particolare, si allarga a 17 la platea dei “comuni miliardari”, cioè in cui le imprese attive superano il miliardo di ricavi cumulati. Per giro d’affari svettano Monza, con 12,4 miliardi di euro di fatturato, e Vimercate, con 10,5 miliardi di euro; seguono Agrate Brianza (6,3 miliardi di euro), Desio (5,2 miliardi di euro) e Lissone (3,6 miliardi di euro).
Top of the Tops: le imprese cresciute di più dal 2016 al 2023
Nel contesto di incertezze e turbolenze degli ultimi anni, alcune imprese hanno mostrato capacità di adattamento e resilienza straordinarie. In particolare, abbiamo individuato 15 aziende ‘Top of the Tops’ che, fra quelle presenti sia nella Classifica Top1000 di quest’anno che nella Classifica Top500+ del 2017, hanno registrato gli aumenti di fatturato più importanti (in percentuale).
Al primo posto si posiziona Falduto F.lli S.r.l., una società edile con ricavi nel 2023 quasi 12 volte quelli del 2016 (+1089%); sul podio anche Fresh Tropical S.r.l. by Jawad (+562%), che distribuisce prodotti alimentari etnici, e Gnosis S.p.A. (+447%), specializzata in biotecnologie innovative. Seguono Veos S.p.A. (4° con +439%, attiva nel settore energetico), Bianalisi S.p.A. (5° con +431%, operante nella diagnostica integrata), Burckhardt Compression (Italia) S.r.l. (6° con +336%, che produce compressori industriali), Lombarda Motori S.p.A. (7° con +329%, specializzata nella distribuzione di autovetture), Frieslandcampina Italy S.r.l. (8° con +284%, che sviluppa prodotti lattiero-caseari), Arzuffi S.r.l. (9° con +279%, specializzata nei processi di metallizzazione), e Tosca Italy S.p.A. (10° con +266%, che si occupa di soluzioni di imballaggio riutilizzabili). Chiudono la classifica, con tassi di crescita comunque molto rilevanti, Skechers Usa Italia S.r.l. (11° con +247%, operante nel calzaturiero), Bifire S.p.A. (12° con +243%, che sviluppa prodotti per l’isolamento termico), City Motors S.r.l. (13° con +243%, che si occupa di distribuzione di autovetture), Beckhoff Automation S.r.l. (14° con +230%, specializzata nelle tecnologie di automazione), e Tetra Pak Food Engineering S.p.A. (15° con +224%, appartenente alla meccatronica per l’agroalimentare e la chimica-farmaceutica).
Le startup innovative: le top del futuro?
La provincia di Monza e Brianza è terreno fertile per la nascita e la crescita di nuove realtà imprenditoriali. Qui hanno sede 138 startup innovative: l’81,2% operano nei servizi knowledge intensive, il 14,5% sono attive nei settori industriali e una quota residuale nel commercio e nel turismo. Considerando i requisiti necessari per la “qualifica” di startup innovativa, ben il 64,5% delle nuove realtà monzesi soddisfa il parametro di elevata spesa in ricerca e sviluppo; inoltre, il 23,2% impiega personale altamente qualificato e il 16,7% è titolare di almeno un brevetto o software registrato.
Le prime 15 startup da sole sono responsabili di oltre 16,6 milioni di euro di ricavi. In cima, spiccano quattro realtà con fatturato superiore al milione di euro: Carsoon S.r.l., una piattaforma digitale per accelerare le compravendite di auto che totalizza 7,9 milioni di euro di giro d’affari; Fourgreen S.r.l., un climate hub per la transizione ambientale delle imprese food&beverage (2 milioni di euro di fatturato); Retail Booster S.r.l., che produce software per il comparto food (1,4 milioni di euro); Oversonic Robotics S.r.l, che sviluppa robot umanoidi (1,2 milioni di euro).
Il quadro economico recente
All’interno di un quadro mondiale ed europeo in slancio ridotto, nel 2023 anche l’economia di Monza e Brianza nel complesso ha visto un cambio di velocità, registrando una progressione ancora positiva e superiore alla media lombarda, ma ben più contenuta rispetto al biennio precedente. La produzione industriale monzese è aumentata del +1,5% (rispetto al +0,2% del totale lombardo) e l’export ha raggiunto un nuovo record, pari a 13,8 miliardi di euro, in crescita del +6,9% in valore (rispetto al +0,5% regionale). Il tasso di disoccupazione provinciale è sceso al 2,9%, su livelli frizionali.
Verso la fine dello scorso e l’inizio del 2024 si sono intensificati i segnali di deterioramento. Gli indicatori a consuntivo finora disponibili evidenziano nel primo trimestre del 2024 un calo tendenziale della produzione industriale monzese del -2,0% e una debole crescita delle esportazioni (+0,4%). Nel secondo trimestre la produzione è, seppur leggermente, tornata ad aumentare (+0,8% tendenziale contro il -1,2% lombardo) e l’export ha segnato una crescita a due cifre (+10,3% contro il +0,3% regionale), con traino particolare di elettronica (+57,6% rispetto al secondo trimestre 2023), farmaceutica (+22,6%) e chimica (+13,1%).
Nel complesso del 2024, con una Italia che è attesa crescere del +0,5% in termini di PIL rispetto allo scorso anno (scenario Prometeia), le stime che formuliamo per il territorio di Monza e Brianza sono superiori e pari al +0,7%, a indicare una crescita decisamente più contenuta rispetto agli ultimi anni di ripartenza e rilancio robusti nel post pandemia.
Le prospettive e i rischi
Le evidenze tratte dagli indicatori macroeconomici, che segnalano un ulteriore rallentamento nel 2024 a livello sia globale sia locale, sono coerenti con le indicazioni micro raccolte da Assolombarda presso un campione di 92 imprese dell’industria e dei servizi innovativi attive a Monza e Brianza. Più favorevoli le attese per il 2025, quando l’economia provinciale è prevista in crescita del +0,8% in termini di PIL (+0,7% l’Italia nello scenario di Prometeia).
Nel dettaglio, la rilevazione effettuata a ottobre di quest’anno evidenzia che il 44,6% dei rispondenti prospetta di chiudere il 2024 con un aumento del fatturato rispetto al 2023, il 14,1% in stabilità, e ben il 41,3% in diminuzione, la percentuale più elevata registrata nel corso degli anni (ad eccezione del 2020). Si evidenzia, così, una polarizzazione delle performance delle imprese del territorio. Inoltre, tali indicazioni risultano in deciso peggioramento rispetto alle attese sul 2024 formulate lo scorso autunno, quando la platea di aziende che prevedeva una diminuzione era ‘solo’ il 15,9%.
D’altra parte, emerge una tenuta complessiva dei margini operativi, dovuta verosimilmente a una gestione più efficiente dei costi e al parziale allentamento delle pressioni sui prezzi di energia e materie prime: il 39,1% delle aziende segnala un EBIT in crescita e un altrettanto 39,1% stabile, a fronte di un 21,7% in calo.
Durante i primi dieci mesi di quest’anno, le imprese hanno riscontrato due principali ostacoli alla loro attività produttiva: la difficoltà di reperimento di figure professionali, indicata da ben l’83% delle imprese come fattore di rischio ‘medio-alto’, e l’insufficienza di domanda, segnalata dal 64% dei rispondenti.
Guardando avanti, le previsioni sul fatturato per il 2025 sono più fiduciose, nella speranza che la ripartenza economica - inizialmente attesa per questo ultimo scorcio del 2024 - prenda concretamente avvio: quasi il 60% delle imprese prevede per l’anno prossimo un incremento delle vendite, il 31,5% una stabilità e solo l’8,7% stima una contrazione.
Si intensifica la percezione del rischio con riferimento al reperimento di figure professionali adeguate (per l’87% dei rispondenti è un ‘medio-alto’ ostacolo) e all’insufficienza di domanda (per l’84% di essi). Anche l’aumento dei costi dell’energia (indicato dal 51% delle imprese come problematica a ‘medio-alto’ impatto) e, ancora di più, delle materie prime (56%) sono in crescita tra le preoccupazioni delle imprese che nel prossimo futuro si aspettano, dunque, di operare in un quadro ancor più incerto.
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