Si allenta la tensione sui mercati energetici. In rialzo le quotazioni di ferro e acciaio e il costo dei noli marittimi
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Si allenta la tensione sui mercati energetici. In rialzo le quotazioni di ferro e acciaio e il costo dei noli marittimi.
A poco più di due mesi dallo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele, i prezzi delle materie prime energetiche sono tornati a raffreddarsi scendendo sui livelli precedenti all’inizio del conflitto in Medio Oriente. Il prezzo del gas naturale europeo, in particolare, era cresciuto del 41,3% tra il 6 e il 13 ottobre; da allora, ha subito un ribasso pressoché costante, riassorbendo la risalita che aveva contraddistinto la seconda settimana di ottobre. I prezzi del petrolio Brent hanno seguito una dinamica simile, seppur caratterizzata da una minore volatilità: dopo aver scavalcato i 92 dollari al barile il 19 ottobre, la quotazione è scesa gradualmente ed è ora sui minimi da inizio luglio. I livelli restano tuttavia elevati nel confronto storico, in particolar modo per il gas: rispetto a gennaio 2020, i prezzi medi di dicembre sono più alti del 247% per il gas e del 19% per il petrolio. Tra le altre materie prime, gli alimentari, i metalli non ferrosi e il cotone proseguono la fase di discesa o quanto meno assestamento rispetto ai picchi del 2022, mentre i metalli ferrosi mostrano una risalita nel corso degli ultimi due mesi e legno e argento rimangono relativamente stabili. Il costo dei noli marittimi, approssimato dal Baltic Dry Index, segna invece un notevole rialzo nel secondo semestre del 2023, con l’indice medio di dicembre superiore del 148% rispetto ad agosto; il rincaro è in parte legato alle turbolenze in Medio Oriente.
In sintesi
Dopo la discesa nei prezzi energetici del primo semestre 2023, gas e petrolio sono tornati al centro dell’attenzione a causa delle possibili ripercussioni del conflitto tra Hamas e Israele (cominciato sabato 7 ottobre). Le quotazioni delle due materie prime avevano effettivamente subito un iniziale contraccolpo all’indomani dei primi scontri: prendendo come riferimento la finestra temporale da venerdì 6 a venerdì 13 ottobre, il prezzo del gas naturale europeo era salito del 41,3%, mentre il costo del petrolio Brent era aumentato del 7,5%.
Le immediate reazioni dei mercati, insieme alle implicazioni geopolitiche di un eventuale allargamento del conflitto e all’impatto diretto sulla produzione di gas israeliano, avevano fatto presagire una possibile recrudescenza sui mercati. A due mesi di distanza, questi timori sembrano non confermati con le quotazioni di entrambi i beni energetici che sono tornate su livelli inferiori rispetto a quelli appena antecedenti il conflitto: martedì 12 dicembre, i prezzi di gas naturale europeo e petrolio Brent sono rispettivamente pari a 34,7 €/MWh e 73,2 $/barile (contro i picchi raggiunti a ottobre di 54 €/MWh e 92 $/barile).
Il parziale allargamento del conflitto, in particolare con l’attacco di alcune navi nel Mar Rosso da parte del gruppo di ribelli yemeniti Houthi, è invece tra le cause di un nuovo innalzamento nel costo dei noli marittimi e delle catene di fornitura via nave: a dicembre, l’indice di costo Baltic Dry Index è superiore del 148% rispetto al mese di agosto.
Per quanto riguarda le materie alimentari, i metalli non ferrosi e il cotone, continua o si assesta il percorso di tendenziale diminuzione intrapreso da inizio anno. Considerando la media rilevata in questo inizio di dicembre, tuttavia, non si registra in alcun caso un prezzo inferiore al gennaio 2020 (preso come riferimento pre-Covid), nonostante sia lontano dai picchi raggiunti appena dopo lo scoppio del conflitto Russo-Ucraino.
Spiccano rispetto a questo panorama i metalli ferrosi, i cui prezzi sono in deciso rialzo da ottobre, trainati da un lato dal mercato cinese (ferro) e dell’altro dal mercato statunitense (acciaio). Questi due beni mostrano infatti un significativo aumento dei prezzi in tutte le finestre temporali considerate nella Tabella 1, dove viene riportata la variazione tra prezzo attuale (media dall’1 al 12 dicembre) e prezzo pre-Covid (intero mese di gennaio 2020) insieme a una heatmap delle variazioni di prezzo mensili, trimestrali e annuali (tutti i dati sono basati su medie mensili di osservazioni giornaliere). Dalla tabella si evince anche la relativa stabilità dei prezzi di argento e legno nel corso del 2023.
Nell'allegato, la nota completa con i grafici che mostrano l’andamento delle quotazioni delle materie prime, con il riferimento all’ultimo prezzo rilevato, e il dettaglio delle quotazioni considerate.
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