L'impatto occupazionale delle startup innovative italiane

I posti di lavoro creati, la crescita economica e l’evoluzione dell’ecosistema startup dal 2012 al 2023.

La ricerca, realizzata dei centri studi di Assolombarda, Unione Industriali Torino e Confindustria Genova in collaborazione con l'Area Gruppi, Piccola Industria e Gruppo Giovani Imprenditori e lo Startup Desk di Assolombarda, mira ad analizzare il fenomeno delle startup innovative in Italia e il suo impatto sull’economia, in particolare sulla creazione di nuovi posti di lavoro. L’analisi considera non solamente le startup attualmente (al 29 luglio 2024) iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese loro dedicata, ma anche quelle che vi sono “transitate” in passato per poi uscirne (a partire dalla sua istituzione nel 2012).

Le imprese innovative e l’ecosistema dei soci

L'analisi si basa un campione di oltre 30 mila imprese innovative: di queste, 23.537 risultano ancora attive (12.504 startup e 11.033 ex-startup); 6.240 sono cessate o in fase di liquidazione o bancarotta; 395 sono cessate per acquisizione o fusione.

A oggi, esistono 101.950 soci distinti coinvolti nelle startup o ex-startup innovative italiane. La maggior parte di questi soci sono persone fisiche e famiglie (87,1 mila), seguiti da 13,7 mila aziende, di cui tuttavia solo 1,2 mila sono società di dimensioni medio-grandi (50+ dipendenti). Le startup o ex-startup italiane con investimenti da parte di altre aziende sono 8.695: nello specifico, 4.512 (il 19,2%) vedono una partecipazione di minoranza, mentre le restanti 4.183 (il 17,8%) sono controllate da altre aziende tramite una partecipazione di maggioranza.

L’impatto occupazionale e il valore economico

Considerando i dati di bilancio 2022, le imprese innovative italiane hanno creato 58.215 posti di lavoro, di cui 12.384 sono attribuibili a startup "attuali" e 45.831 a ex-startup. Aggiornando i dati al 2023 per i bilanci già disponibili, il numero di dipendenti sale a 63.519, con 14.500 posti di lavoro creati da startup attuali e 49.019 da ex-startup. I 58.215 dipendenti possono essere considerati quasi interamente come posti di lavoro creati tra 2012 e 2022 e sono pari al 7,3% dell'aumento occupazionale italiano (+795 mila) nello stesso periodo.

L'analisi storica mostra una crescita significativa dei posti di lavoro creati dalle imprese innovative nel corso degli anni, passati dai 481 del 2012 al numero provvisorio di 63.519 del 2023. Dal 2017 in avanti, l’incremento occupazionale annuo si è mantenuto su un robusto livello tra il +20% e il + 30%.

Le imprese innovative nate tra 2012 e 2017 hanno aumentato la loro forza lavoro del 126% (in media) nei primi 5 anni dalla costituzione. Questo tasso di crescita è superiore al corrispettivo dato Istat per il totale delle nuove imprese, che sullo stesso periodo hanno registrato un incremento occupazionale del 117% nei primi 5 anni di vita.

Considerando il valore economico, le startup ed ex-startup innovative italiane hanno generato un fatturato totale di 11,7 miliardi di euro nel 2022, cifra che sale a 12,8 miliardi aggiornando i bilanci disponibili al 2023. Parallelamente, il valore aggiunto prodotto è stato di 2,4 miliardi di euro nel 2022, che diventano 3 miliardi nel 2023.

Tra le oltre 30 mila imprese innovative italiane, è possibile individuare 79 “Gazzelle” (di cui 64 ancora attive): queste sono definite dall’OECD come imprese ad alto tasso di crescita con meno di 5 anni di vita e sono identificate come le più dinamiche e in grado di dare un forte contributo alla crescita economica e occupazionale del Paese. Nel 2022, le “Gazzelle” hanno registrato da sole 4.609 posti di lavoro (pari al 7,9% del totale delle imprese innovative), raggiungendo così una dimensione media di oltre 70 dipendenti, un valore molto rilevante rispetto al tessuto imprenditoriale italiano, caratterizzato preminentemente da piccole e micro-imprese. Nel 2022, inoltre, queste imprese “star” hanno fatturato 505 milioni di euro (il 4,3% del totale) e creato valore aggiunto per 135 milioni di euro (il 5,7% del totale).

Le startup cessate e acquisite

Il tasso di mortalità delle startup ed ex-startup innovative aumenta con l'età delle imprese, apparentemente stabilizzandosi intorno al 35% dopo 10 anni (traducendosi in una quota di imprese innovative pari al 65% che sopravvive a 10 anni dalla costituzione). La fase più critica nella vita di queste imprese risulta essere intorno ai 5-7 anni d’età, fase in cui la probabilità di uscire dal mercato subisce gli incrementi maggiori da un anno all’altro.

Il tasso di mortalità, misurato come rapporto tra il numero di imprese cessate e il numero di imprese attive in un anno, è cresciuto con il passare del tempo per le imprese innovative, arrivando al 5,9% nel 2023. Ciononostante, il tasso di mortalità delle startup ed ex-startup al 2021 risulta minore rispetto alle altre società di capitali.

Guardando al numero di acquisizioni, 395 in totale, si nota un trend crescente con un picco nel 2023, quando si sono registrate 110 operazioni di M&A. Tuttavia, questi numeri rimangono ancora relativamente bassi rispetto al totale delle startup o ex-startup (mai sopra l’1%). Le acquisizioni sembrano premiare le imprese più redditive: due tra i principali indici di redditività, ROE e ROA, risultano infatti più elevati per le imprese acquisite rispetto al resto del campione (rispettivamente, +5 e +1,6 punti percentuali in media tra 2012 e 2023).

La distribuzione regionale e i territori di Liguria, Lombardia e Piemonte

Oltre 1/3 (8.064) delle startup ed ex-startup oggi attive ha sede in Liguria, Lombardia e Piemonte, dando occupazione a 25.237 dipendenti, che rappresentano il 43,4% del totale nazionale. Anche il peso in termini di fatturato è particolarmente significativo, con 5 miliardi di euro di fatturato, pari al 42,9% del dato italiano.

Le imprese innovative di questo territorio hanno mostrato incrementi occupazionali nei primi 5 anni di vita superiori rispetto al resto d’Italia. In media, le imprese nate tra 2012 e 2017 in Liguria, Lombardia e Piemonte hanno incrementato del 173% la forza lavoro nel giro di 5 anni, a fronte di un +103% nelle altre regioni. Il risultato è spinto anche da una forte presenza nel territorio delle neo-imprese a più alta crescita: delle 79 “Gazzelle” individuate in Italia, il 56% ha sede in queste regioni.

Infine, il tasso di mortalità per le imprese innovative risulta più alto nel Nord-Ovest rispetto al resto d’Italia. Combinando questo dato con la maggior crescita occupazionale, la concentrazione delle “Gazzelle” e una forte presenza delle acquisizioni (182, il 46% del totale, nelle tre regioni), si ha il quadro di un territorio competitivo, dove una concorrenza più marcata porta all’uscita di un numero maggiore di imprese ma fa sì che siano le più produttive a restare nel mercato e a crescere.

A fondo pagina, in allegato, il rapporto completo.

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