Libro bianco "L'industria dell'acqua"

Dati, strategie e soluzioni per un futuro sostenibile

“Acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere”: questa è la premessa che accompagna l’obiettivo numero 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, volto a “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”. Eppure, nonostante la sua estrema importanza, l’acqua è una delle risorse naturali che viene più spesso trascurata e sprecata.

Se circa il 70% della superficie del nostro pianeta è ricoperta d’acqua, è anche vero che solo il 2,5% di questa è costituito da acqua dolce e appena l’1% è utilizzabile dall’uomo. Per di più, la disponibilità della risorsa si sta facendo sempre più incerta a causa del cambiamento climatico. Assistiamo, infatti, all’intensificarsi dei rischi idrici, con eventi estremi sempre più drammatici e frequenti: dal 2000 a oggi le inondazioni sono cresciute del 134% rispetto al ventennio 1980-1999 e al contempo la durata della siccità è aumentata del 29%. L’impatto è rilevante anche nel nostro continente, dove una persona su otto vive in zone potenzialmente soggette a inondazioni fluviali e una su tre in Europa meridionale deve far fronte a uno stress idrico permanente; tra l’altro, l’Italia e la Spagna sono i Paesi europei con il più alto stress idrico.

L’acqua è, dunque, da considerare un bene tanto prezioso quanto scarso e, di conseguenza, da gestire con cura e lungimiranza. È questo il motivo che ci ha condotto alla realizzazione del presente Libro Bianco. 

Nel volume è stata affrontata la materia usando più approcci e raccogliendo più voci. Innanzitutto, è stato riportato il punto di vista degli accademici e degli esperti, che hanno esaminato il contesto normativo, indicato le infrastrutture e gli investimenti da attivare, analizzato qualità e utilizzi dell’acqua sul nostro territorio, approfondito la valutazione del rischio. All’approccio analitico è stato, poi, affiancato la posizione del mondo delle imprese, identificando nodi e proposte prioritarie in campo normativo. Infine, sono state raccolte le esperienze di alcune aziende nella gestione della risorsa idrica, per valorizzare best practice, soluzioni innovative e percorsi sostenibili. Sono dieci voci, in rappresentanza di un universo più ampio di imprese:

A2A
BrianzAcque
Circular Materials
De Nora
ICR Industrie Cosmetiche Riunite
L’Oréal Italia
MM
Siemens
Simbiosi
STMicroelectronics

Le storie qui raccolte hanno un chiaro tratto comune. La valorizzazione del bene “acqua” passa obbligatoriamente dall’adozione di modelli circolari, per trasformare la gestione idrica da lineare a rigenerativa, garantendo la disponibilità della risorsa, riducendo lo spreco, massimizzando il recupero, incentivando il riciclo e riuso.

Il cambio di prospettiva conduce, così, a soluzioni concrete e praticabili. Ad esempio, le acque reflue passano dall’essere soltanto un rifiuto da smaltire a essere una fonte da cui estrarre materiali preziosi e riutilizzabili. O anche, la revisione dei processi di gestione dell’acqua diventa una pratica utile per la rigenerazione del territorio. Così come il risparmio nei consumi è perseguibile attraverso soluzioni innovative e diviene un elemento di responsabilità verso la comunità. Ancora, l’utilizzo sostenibile dell’acqua diventa un patrimonio dell’intera filiera, coinvolgendo clienti e fornitori. In particolare, le comunità idriche sono un modello molto efficace, perché in grado di applicare la logica circolare integrando i bisogni e le necessità di acqua di realtà industriali, urbane e agricole di uno stesso territorio, con benefici sia economici sia ambientali. 

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