L'economia della Lombardia (giugno 2015)

Rapporto annuale redatto dalla sede di Milano della Banca d'Italia.

 

La sintesi

Dopo due anni di contrazione, nel 2014 il PIL regionale è cresciuto dello 0,2 per cento (stime Prometeia), a fronte di una variazione ancora negativa, pur contenuta, del prodotto nazionale (-0,4 per cento). La ripresa rimane tuttavia fragile. Nell’industria la produzione è aumentata in media d’anno, ma la dinamica si è attenuata nel secondo semestre. È proseguita la crescita della domanda, soprattutto quella proveniente dall’estero e, per la prima volta da tre anni, anche gli ordini interni hanno dato un contributo positivo. Nel primo trimestre del 2015 gli indicatori congiunturali rilevano il proseguimento del lento recupero degli ordinativi e della produzione. Le esportazioni sono tornate a crescere nel secondo semestre dell’anno scorso sia verso i paesi dell’Unione europea, sia al di fuori di essa grazie anche al deprezzamento dell’euro. L’attività è rimasta debole nei servizi, bilanciando cali nei comparti legati ai consumi delle famiglie e incrementi nei servizi alle imprese. Nelle costruzioni il prodotto ha continuato a ridursi, seppure meno che in passato. Le imprese lombarde e le dotazioni infrastrutturali della regione hanno in parte beneficiato delle commesse legate all’EXPO, che dovrebbe fornire un sostegno anche al turismo nei prossimi mesi. Nei servizi si è concentrata la maggior parte delle start up innovative; l’attività di ricerca e sviluppo ha continuato a essere favorita dalla collaborazione tra università e imprese, rilevante anche nel confronto internazionale.

L’andamento dell’attività nell’anno è stato condizionato dagli effetti delle due recessioni seguite alla crisi finanziaria internazionale e a quella del debito sovrano. Nel 2014 il PIL regionale era ancora inferiore del 3,2 per cento a quello del 2007, risentendo dei cali cumulati nei consumi e, soprattutto, negli investimenti. Secondo le nostre indagini, la contrazione nell’accumulazione di capitale è stata meno marcata per le imprese di medie e grandi dimensioni e tra quelle più orientate all’export e più propense all’innovazione. Maggiori investimenti si sono associati anche ad andamenti della domanda superiori alle attese e a migliori condizioni di accesso al credito.

L’occupazione è leggermente cresciuta, ma la maggiore partecipazione al mercato del lavoro ha determinato un nuovo aumento nel tasso di disoccupazione, salito all’8,2 per cento. Le condizioni occupazionali si sono mantenute difficili per i più giovani, che hanno incrementato la loro mobilità verso l’estero. Tra il 2007 e il 2012 il reddito delle famiglie lombarde è calato in termini reali, in modo più marcato tra i nuclei familiari con redditi più bassi, determinando un aumento delle disuguaglianze nelle condizioni economiche.

La fragilità della ripresa dell’attività economica ha condizionato l’andamento degli aggregati creditizi in Lombardia. I finanziamenti alle imprese hanno continuato a ridursi nel 2014 e nei primi mesi del 2015, sebbene a ritmi progressivamente più contenuti. La contrazione ha interessato tutti i settori di attività ed è stata più intensa per le aziende valutate come rischiose. Il credito alle famiglie ha ristagnato; si è tuttavia registrata una ripresa delle erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni dopo sei anni di riduzioni ininterrotte. Le politiche di offerta del credito sono divenute progressivamente più distese nel corso dell’anno e le informazioni raccolte presso le imprese confermano l’allentamento. La domanda di prestiti è tornata su un sentiero di moderata crescita, ma quella per investimenti ha continuato a dare un contributo modesto. Gli intermediari prefigurano ulteriori miglioramenti delle condizioni di accesso al credito nella prima parte del 2015.

È proseguito il deterioramento della qualità del credito alle imprese, seppure a ritmi meno sostenuti rispetto al 2013, con segnali di inversione di tendenza per le imprese dell’industria e dei servizi. L’andamento è coerente con il lieve miglioramento degli indicatori reddituali e di equilibrio finanziario delle aziende lombarde emersi già nel 2013; tuttavia le procedure fallimentari sono ancora aumentate, a fronte di un contenimento delle uscite dal mercato per liquidazione volontaria. La qualità del credito alle famiglie è rimasta stabile. Il risparmio finanziario detenuto sotto forma di depositi si è incrementato e sono cresciute le sottoscrizioni di fondi comuni d’investimento.

A partire dalla prima crisi economica e finanziaria le banche – soprattutto quelle di maggiori dimensioni – hanno avviato un processo di razionalizzazione della rete distributiva. Il ridimensionamento nel numero delle dipendenze non ha tuttavia avuto effetti di rilievo sulla distanza tra gli sportelli di banche concorrenti, né su quella tra l’impresa e la filiale che eroga il credito. Alla minore presenza fisica, si è contrapposto un aumento della diffusione dei canali alternativi di contatto delle banche con la clientela.

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