La mappa dei rischi 2016

Rapporto Sace.

Sintesi

La prima vittima della crisi finanziaria internazionale è stato il "rischio-zero". Secondo Sace, a partire dalla Grecia, il rischio paese è tornato anche sui mercati avanzati. Se negli ultimi anni le differenze con gli emergenti si erano assottigliate ed è stata la crescita in questi mercati a guidare la ripresa, oggi, sulla scia del calo delle commodity e del rallentamento della domanda asiatica, siamo di fronte a un "Old Normal", o meglio ancora "New Old Normal", in cui gli avanzati tornano a crescere - seppur moderatamente - e chi sta indietro arranca.

I prezzi bassi delle materie prime, il ritorno del debito con l'indebolimento dei conti pubblici e la riemersione della violenza politica segneranno il 2016. Questi tre fattori-chiave avranno un impatto sull'export italiano. L'aumento dei rischi si è tradotto in oltre 5 miliardi di euro di minori esportazioni nell'ultimo anno, ma possiamo recuperarne 31 nei prossimi quattro anni puntando di più su informazioni accurate, coperture specifiche e con un approccio strategico agli investimenti.

Il rischio rimane pressoché stabile nei mercati avanzati, mentre aumenta sensibilmente nei grandi paesi emergenti e in alcune aree geografiche, in particolare il Medio Oriente e Nord Africa e l'America Latina.

Permangono comunque molte opportunità, come Algeria, Cile, Cina, Emirati Arabi Uniti, Filippine, India, Iran, Kenya, Malaysia, Marocco, Messico, Perù, Polonia, Spagna e Turchia. Alcune di queste richiedono semplicemente una maggiore cautela a causa di squilibri temporanei.

 

Il report completo è disponibile al seguente link: report completo.

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