L’interesse delle giovani donne europee verso le materie STEM: una sfida da non perdere
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Ricerca di Microsoft e London School of Economics.
Sintesi
Microsoft ha recentemente presentato i risultati della ricerca “European Girls in STEM”, realizzata in collaborazione con la London School of Economics (Professor Bauer, Dipartimento di Psicologia e Scienze Comportamentali).
Sono state intervistate 11.500 ragazze europee tra gli 11 e i 30 anni di 12 Paesi, tra i quali l’Italia, per:
• analizzare il momento e il motivo per cui le giovani donne perdono interesse nei confronti delle discipline STEM
• individuare alcune iniziative per porre rimedio al gender gap.
L’interesse delle giovani donne per lo STEM
Secondo la Commissione Europea l’Europa da qui al 2020 potrebbe trovarsi ad affrontare una carenza di 900.000 tecnici ICT specializzati. E secondo lo studio, se sul mercato del lavoro digitale ci fosse un numero pari di uomini e di donne, il PIL annuo dell’UE potrebbe crescere di 9 miliardi di euro.
Il Programma per la valutazione internazionale degli studenti (PISA) dell’OCSE rivela che il numero dei ragazzi che si immaginano come professionisti ICT, scienziati o ingegneri è di gran lunga superiore a quello delle ragazze.
In Italia l’interesse verso le discipline STEM nasce verso gli 11 anni, per poi calare in prossimità dei 17 anni, proprio nel momento in cui le studentesse si apprestano alla scelta del percorso universitario.
Ciò significa che i governi, gli insegnanti e i genitori hanno a disposizione solo quattro o cinque anni per intervenire prima che la scelta del percorso scolastico sia definitiva.
Dallo studio emerge che le giovani italiane si posizionano nei primi tre posti in Europa per interesse rispetto alle materie scientifiche e informatiche; in particolare, una quota non ragguardevole si sente portata per la matematica (41,7% rispetto alla media europea del 37,6%) e l’informatica (49,2% rispetto alla media europea del 42,2%).
Pur essendo convinte del fatto che la loro generazione è la prima nella quali uomini e donne hanno concretamente pari opportunità in tutti gli ambiti sociali, le ragazze sono convinte che non ci siano ancora pari opportunità lavorative in ambito STEM. A questo si aggiungono altri fattori, come la conformità alle aspettative sociali, gli stereotipi di genere, i ruoli di genere e la mancanza di modelli di riferimento che orientano le scelte professionali delle ragazze lontano dagli ambiti STEM.
L’indagine mette in evidenza che solo il 59% delle giovani italiane dichiara che otterrebbe ottimi risultati nello studio delle STEM al pari di un ragazzo.
La conseguenza è che, secondo lo studio, in Italia solo il 12,6% delle studentesse sceglie un percorso scolastico legato allo STEM, solo il 6,4% lavora nell’ICT e il 13,3% in settori correlati all’ingegneria.
Quali sono gli strumenti pratici per stimolare l’interesse delle giovani donne nelle materie STEM?
Partendo dalle indicazioni delle ragazze intervistate, la ricerca individua cinque fattori che potrebbero influenzare concretamente la scelta delle studentesse e sostenere la loro partecipazione ai percorsi scolastici e lavorativi nei settori scientifici:
1 - Disporre di modelli di riferimento femminili visibili nelle professioni STEM
2 - Aumentare il numero di esperienze pratiche durante il percorso scolastico, dentro e fuori dalla classe
3 - Ricevere maggiore incoraggiamento dagli insegnanti (insegnanti tutor)
4 - Comprendere come poter applicare gli studi STEM alle situazioni di vita reale
5 - Avere maggiore fiducia nel fatto che uomini e donne riceveranno, in questi settori, trattamento paritario in ambito lavorativo.
Importanza del ruolo degli insegnanti e delle famiglie
Gli insegnanti hanno un ruolo privilegiato nell’appassionare le giovani studentesse alle materie STEM: la metà delle intervistate dichiara che gli insegnanti parlano spesso dell’importanza delle discipline STEM; un altro elemento di sostegno nasce dal fatto che per quasi il 70% delle intervistate gli insegnanti in materie STEM sono donne.
Accanto alla figura dell’insegnante, svolge un ruolo altrettanto importante la famiglia: secondo l’indagine il 43,8% delle intervistate afferma che entrambi i genitori parlano spesso dell’importanza di studiare queste materie.
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