L’impatto di Covid-19 sulle imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi. Aggiornamento al 26 marzo 2020.

Dalla fine di febbraio l’emergenza sanitaria Covid-19 si è progressivamente manifestata su tutto il territorio italiano. L’adozione di provvedimenti restrittivi per contenere il contagio comporterà (e ha già cominciato a farlo) ricadute su gran parte delle attività produttive. Interessanti indicazioni con riferimento alle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza possono essere tratte dal sondaggio flash che Assolombarda ha condotto su 1.414 imprese associate (per un totale di più di 98 mila dipendenti sul territorio) con indicazioni aggiornate al 26 marzo 2020.

Le 1.414 imprese intervistate si suddividono, per settori, in 800 dell’industria e 614 del terziario e, per classi dimensionali, in 1.013 piccole (0-49 dipendenti), 303 medie (50-249 dipendenti), 98 grandi (250 e oltre dipendenti).

Dalla survey emerge che, al 26 marzo, il 30% delle imprese intervistate di Milano, Lodi, Monza e Brianza sono totalmente chiuse (o in procinto di chiudere) e il 43% parzialmente chiuse. Solo il 27% è ancora completamente aperto (in forte riduzione rispetto al 76% rilevato al 12 marzo): nell’industria tale percentuale è pari al 28%, mentre nel terziario sale al 36%. I dati medi del campione si differenziano soprattutto per classi dimensionali: le imprese più piccole e le medie risultano totalmente chiuse in proporzioni maggiori rispetto alle grandi (30% e 28% rispettivamente vs 8%) e, in parallelo, la percentuale di aziende totalmente aperte è del 25% tra le piccole, il 30% tra le medie e sale al 41% tra le grandi.

Con riferimento alla modalità di lavoro, nel totale campione il 49% dei dipendenti è in smart working, il 21% si reca in sede, il 30% non svolge attività lavorativa. Interessante notare che un terzo dei dipendenti delle imprese totalmente chiuse (o in procinto di chiudere) svolge comunque attività in smart working.
La quota di lavoratori in smart working è più contenuta nell’industria (43%) rispetto al terziario (65%), viceversa la quota di lavoratori presenti in sede (24% nell’industria e 12% nel terziario). I dipendenti che non svolgono attività lavorativa sono nell’industria il 33% del totale e nei servizi il 24%.
Lo smart working è una modalità di lavoro che si diffonde al crescere della dimensione aziendale: 37% dei dipendenti nelle piccole imprese, 48% nelle medie, 57% nelle grandi.

Infine, per quanto attiene all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, nel complesso delle 1.414 imprese intervistate il 69% si avvale/intende avvalersi di ammortizzatori sociali (il 75% nell’industria e il 60% nel terziario), coinvolgendo il 73% della propria forza lavoro. Non emergono sostanziali differenze tra classi dimensionali di imprese. Sul totale del campione analizzato i dipendenti coinvolti in CIGO, FIS; ecc. rappresentano il 48% del totale.

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