I numeri del settore vitivinicolo nell'Oltrepò Pavese

Analisi del settore vitivinicolo della Provincia di Pavia, a cura del Centro Studi di Assolombarda e della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

Il settore vitivinicolo è tra le principali specializzazioni produttive della provincia di Pavia. All’uva da vino sono destinati circa 12.500 ettari, con una produzione di oltre 790 mila quintali nel 2022, di cui 409 IGP e 344 DOP. Gran parte dell’attività vitivinicola della provincia si concentra nell’Oltrepò pavese: il 94% degli addetti nel comparto delle bevande lavora, infatti, nei comuni di questo territorio.

La produzione vitivinicola pavese ha una posizione di rilievo nel panorama regionale: rappresenta il 44% della produzione di uva da vino della Lombardia ed è destinata a vini DOCG/DOC/IGT per più del 95% (dati 2022). Nello specifico, la provincia conta 11 denominazioni (9 con zona di produzione nell’Oltrepò Pavese), di cui sono stati analizzati i dati di produzione (2011-2022) e di prezzo (2015-2022).

Provincia di Pavia IGT, Oltrepò Pavese DOC e Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC costituiscono le denominazioni più importanti in termini di volume: nonostante il calo subito tra il 2011 e il 2022, rappresentano l’89% della produzione. Nello stesso periodo si è registrato un aumento produttivo di alcune denominazioni come Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC, Sangue di Giuda DOC e Oltrepò Pavese Pinot Grigio DOC, che hanno sperimentato anche un forte aumento dei valori prodotti (dato stimato utilizzando l’andamento dei prezzi all’ingrosso).

Un focus su Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG evidenzia la sua crescita rispetto ai “concorrenti” Franciacorta DOCG e Trento DOC, anche se la produzione di metodo classico nell’Oltrepò Pavese ha ancora un volume limitato. Il prezzo relativamente inferiore di Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG offre margini di crescita e di ‘affermazione del brand’.

Indicazioni interessanti emergono poi dai dati di commercio estero. Tra il 2008 e il 2022, a fronte di un ridimensionamento di produzione e superficie destinata a vino, la provincia di Pavia ha registrato un forte aumento del proprio export, passato da 9 milioni di euro a 26 milioni. Nel 2022 il primo mercato di sbocco per le bevande della provincia è stata la Francia (3,1 milioni di euro); seguono Stati Uniti (2,7), Paesi Bassi (2,5), Ucraina (2,3), Belgio (2) e Polonia (1,9).

È alto il potenziale di crescita sui mercati esteri. I livelli esportati sono, infatti, ancora contenuti e, dopo aver raggiunto valori record nel 2016, negli anni successivi sono rimasti per lo più stabili, a differenza di quanto si è osservato in altri territori a forte vocazione vitivinicola che si sono affermati negli Stati Uniti (su tutti Trento e Cuneo), in Germania (Brescia e Cuneo), nel Regno Unito (Trento) e in Svizzera (Brescia).

Gli ultimi dati disponibili sul primo semestre del 2023 sembrano evidenziare un cambio di passo dell’export di bevande di Pavia: le esportazioni hanno registrato un aumento tendenziale del 53%, grazie a una crescita generalizzata e, in particolare, ai risultati ottenuti in Francia, Ucraina, Spagna, Repubblica ceca, Germania, Paesi Bassi e Polonia.

Lo studio dei bilanci aziendali evidenzia infine una buona dinamica del fatturato negli anni più recenti, ma livelli di redditività e patrimonializzazione inferiori rispetto a quanto osservato in altri importanti distretti vitivinicoli italiani. È questa l’evidenza che emerge dall’analisi di una sessantina di bilanci aziendali di imprese vitivinicole della provincia di Pavia nel confronto con 50 aziende di Trento, 62 di Brescia e 75 di Cuneo. Su questi risultati pesano le dimensioni ancora relativamente ridotte delle imprese dell’Oltrepò pavese.

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