Education at a glance 2015

Rapporto annuale dell'OCSE

Sintesi

Nella pubblicazione «Education at a glance 2015» l’OCSE presenta i dati sulla struttura, il finanziamento e le prestazioni dei sistemi di istruzione nei 34 Paesi dell’OCSE e in alcuni Paesi partner.

I risultati principali, tratti dalla scheda Paese dell’Italia, fanno emergere i punti di debolezza che rappresentano le numerose sfide da affrontate per rafforzare la competitività del capitale umano italiano.

Istruzione terziaria

Negli ultimi anni l’Italia ha investito nella creazione di programmi di istruzione terziaria di ciclo breve professionalizzante (Istituti Tecnici Superiori), in collaborazione con datori di lavoro e istituzioni di formazione superiore, per favorire il rapido ingresso nel mercato del lavoro dei giovani e aiutare lavoratori e imprese a diventare più competitivi.

A fronte di 46.000 studenti italiani che hanno scelto strutture di istruzione terziaria in Paesi OCSE, solo 16.000 studenti stranieri risultavano iscritti in istituzioni italiane (2013).

La barriera linguistica rappresenta ancora un vincolo di accesso per gli studenti stranieri che scelgono di iscriversi in Italia. Da questo punto di vista, però, l’Italia sta progredendo: nell’anno accademico 2013/2014 il 20% degli atenei italiani ha proposto almeno un programma di insegnamento in lingua inglese. Si tratta di una quota ancora lontana dal 43% della Germania ma migliore di altri Paesi europei (ad esempio il 16% della Francia).

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Partecipazione al mercato del lavoro

Nel 2014 il 17% della popolazione tra 25 e 64 anni ha conseguito una laurea e percepisce uno stipendio più alto (+43%) rispetto a chi è titolare di un diploma di scuola secondaria superiore.

Tuttavia, in Italia la differenza tra il reddito dei laureati e quello dei diplomati non è così elevata come nella media OCSE (+60%).

Il ritorno di investimento nel mercato del lavoro da parte dei laureati italiani è più basso rispetto alla media OCSE: infatti, nel 2014 il tasso di occupazione dei giovani tra 25 e 34 anni con istruzione terziaria è pari al 62%, ben 20 punti percentuali più basso della media OCSE (82%).

Purtroppo, questa prospettiva ha conseguenze negative sulla propensione dei giovani ad investire in termini di istruzione terziaria: ad esempio, i NEET tra 20 e 24 anni sono il 35%, contro il 18% nella media OCSE. Inoltre, in questa fascia di età il tasso di occupazione si è fortemente ridotto, scendendo al 23% nel 2014 dal 32% del 2010.

Secondo lo studio dell’OCSE esiste un altro fardello che pesa sulle spalle dei laureati in Italia, sollevando interrogativi sulla qualità della tertiary education italiana: infatti, assieme a Spagna e Irlanda, l’Italia è il Paese che ha registrato i punteggi più bassi in termini di literacy (lettura e comprensione) tra i 25-34enni con istruzione terziaria.

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Il finanziamento dell'istruzione

In molti Paesi dell’OCSE (più di uno su tre), la spesa pubblica per l’istruzione è diminuita tra il 2010 e il 2012. Per l’istruzione terziaria, nel 2012 l’Italia ha speso mediamente 10.071 dollari per studente, i due terzi della media OCSE (15.028 dollari). Il finanziamento dell’istruzione terziaria ha rappresentato lo 0,9% del PIL italiano e, seppure l’investimento risulta in crescita rispetto allo 0,8% del 2000, si tratta di una quota ancora modesta nel confronto internazionale (Stati Uniti e Canada investono almeno il 2%).

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Corpo docente

In Italia il ricorso alle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (TIC) da parte dei docenti della scuola secondaria inferiore è ancora al di sotto della media OCSE: nel 2013 utilizzano le TIC “spesso” o “durante tutte o quasi tutte le lezioni” il 31% degli insegnanti, rispetto al 40% medio dei Paesi OCSE.

 

Equità nell'istruzione

Nel 2013, in Italia, le donne rappresentano circa un terzo dei laureati in “ingegneria, discipline del settore manifatturiero e della costruzione”.  Come in altri paesi OCSE, le donne sono ancora sottorappresentate in questo campo di studio. Sul divario di genere pesano le aspettative dei genitori che identificano ancora i figli maschi quali destinatari delle discipline scientifiche (STEM).

La presenza femminile tra il personale docente è particolarmente diffusa nei settori dell’istruzione non terziaria, mentre nella tertiary education rappresentano il 37% (la media OCSE è pari al 41%).

 

Il volume completo dell'OCSE è disponibile al link: «report completo». In allegato è disponibile la Scheda Italia.

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