Prometeia: dopo un 2022 al +3,4%, PIL italiano stimato al +0,1% nel 2023

Rapporto di previsione Prometeia.

I maggiori istituti nazionali e internazionali, considerati i dati a consuntivo dei primi due trimestri del 2022 sopra le attese, convergono ‘compatti’ verso una previsione di crescita del PIL italiano per il complesso del 2022 pari al +3,3%/+3,4% (negli aggiornamenti di settembre: +3,4% Ocse, +3,3% Oxford Economics, +3,4% Prometeia, +3,3% Governo). Anche le stime di inflazione sono similari e decisamente elevate: +7,8% Oxford Economics, +7,3% Prometeia, 7,1% Governo. La forbice delle previsioni si amplia invece sul 2023, all’interno comunque di uno scenario fortemente al ribasso rispetto a quanto prospettato solo due-tre mesi fa: PIL Italia +0,4% Ocse, -0,1% Oxford Economics, +0,1% Prometeia, +0,6% Governo. L’inflazione 2023 è stimata al +4,4% sia da Oxford Economics sia da Prometeia e al 4,3% dal Governo.

L’inflazione è ancora il tema centrale per l’economia globale e aumenta il rischio di recessione

Il tema inflazione è ancora centrale per l’economia mondiale: è diffusa in quanto riguarda sia i paesi industrializzati che gli emergenti, è alta con tassi diffusamente al di sopra degli obiettivi delle banche centrali, è persistente. Questa dinamica condiziona le previsioni di crescita dell’economia mondiale, aumentando il rischio di recessione per gli effetti sul potere d’acquisto delle famiglie, per l’incertezza delle imprese sulla domanda prospettica, per l’intonazione restrittiva delle politiche monetarie. Il prossimo anno sarà dunque di sostanziale stagnazione, con una crescita del PIL mondiale che si attesterà al +1,6% e del commercio globale al +1,5%. L’inflazione globale è attesa scendere dal +9,7% nel 2022 al +5,8% nel 2023 (ancora quindi su valori decisamente elevati), con un rientro solo nel 2024 su livelli in linea con quelli sperimentati prima della pandemia (+3,2%).

imm1 - gdp%

In particolare, negli Stati Uniti la Fed è sempre più impegnata a ridurre l’impennata di inflazione, stimata al +7,9% nel 2022, con interventi aggressivi nel breve periodo, anche a costo di un peggioramento del mercato del lavoro e di un rallentamento della crescita economica. Gli effetti restrittivi sono pesanti: da un contenuto +1,4% di PIL nel 2022, la previsione per il 2023 si ferma al +0,2%. Oggi si calcolano già due posti vacanti ogni disoccupato, nonostante il progressivo aumento del numero di occupati, spingendo verso l’alto i salari e la spirale con i prezzi che la Fed vuole spezzare. Negli ultimi mesi il numero di nuovi occupati si è però ridotto in modo significativo rispetto alla prima parte dell’anno: da una parte la domanda di lavoro si sta riducendo ma la dinamica potrebbe, almeno in parte, riflettere anche l’incapacità delle imprese di trovare figure con le competenze ricercate.

imm2 - cpi%

In Europa l’inflazione supera quella americana, attestandosi al +8,1% nel 2022. La previsione per il 2023 è di un tasso al +5,0%. Il quadro è ulteriormente complicato da scarsità energetica e aumento dei tassi di interesse, nonché dal duro colpo impresso dalla guerra in Ucraina. Sono così riviste al ribasso anche le stime per l'Eurozona che, dopo una crescita di PIL pari al +3,1% nel 2022, è attesa chiudere il 2023 in territorio negativo (-0,1%).

In Italia il PIL 2022 è rialzato al +3,4% con elevata inflazione al +7,3%. Lo scenario è al ribasso per il 2023: +0,1% PIL, +4,4% inflazione.

L’Italia fino alla prima metà del 2022 ha dimostrato forte resilienza e straordinaria capacità di recupero, superiore anche ai principali paesi europei, con un ruolo importante di stimolo dalle politiche fiscali. Nella primavera la crescita è stata trainata principalmente dai consumi delle famiglie e dal buon risultato della manifattura, con investimenti in macchinari ed esportazioni ancora in crescita, e del settore delle costruzioni.

imm3 - previsioni PIL

Grazie a questa progressione, per il 2022 Prometeia rivede al rialzo le stime di crescita dell’economia italiana al +3,4% (dal +2,9% stimato a luglio scorso).
Tuttavia, l’uscita dalla crisi pandemica rimane diseguale: non tutte le imprese hanno recuperato le perdite di fatturato accumulate, non tutti i lavoratori hanno recuperato il posto di lavoro (gli indipendenti rimangono i più penalizzati), c’è una quota crescente di famiglie in grave difficoltà economica.

Più di recente, gli indicatori disponibili mostrano che nel terzo trimestre del 2022 la fase espansiva si è esaurita (PIL invariato) e le previsioni sono di una recessione tecnica per l’inverno, con una contrazione del PIL nazionale sia nel quarto trimestre 2022 (-0,4%) sia nel primo trimestre 2023 (-0,3%).

Guerra e prezzi dell’energia hanno modificato drammaticamente le prospettive: per il 2023 la stima di crescita del PIL italiano è tagliata di quasi due punti percentuali, passando a +0,1% dal +1,9% previsto solo due mesi fa, a luglio.

imm4 - gas price

Per quanto riguarda il prezzo del gas, Prometeia prevede un livello mediamente elevato per tutto l’inverno 2022-23, una inziale discesa nella primavera 2023, un nuovo probabile rialzo l’inverno prossimo 2023-24 ancora condizionato dai vincoli di offerta. Solo dalla primavera 2024 si prevede una diminuzione significativa delle quotazioni e un ritorno sotto i 100 euro per megawattora nell’ultimo trimestre del 2024.

imm5 - consumi e inflazione

Lo scenario prospettico è poi dominato dal tema inflazione. In Italia la previsione dell’indice generale dei prezzi al consumo per il 2022 è a +7,3%, per il 2023 a +4,4%.
Con salari che crescono poco, il rischio è che la ‘tassa’ da inflazione la paghino i redditi bassi. Tenendo conto dei diversi panieri di spesa, a fronte di una inflazione media dell’8%, le famiglie del quintile più basso di spesa accusano una inflazione superiore all’11%, con una conseguente perdita di potere d’acquisto particolarmente consistente.

Anche le imprese sono esposte a rischi differenziati.
L’incidenza media dei costi per energia elettrica e gas sul valore della produzione era dell’1,1% nel 2018 ed è raddoppiata al 2,4% nel 2022, ma con una forbice ampissima tra settori e punte fino a quasi il 15% per alcuni settori.

imm6 - consumi energia

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