Booklet Economia: produzione manifatturiera lombarda ancora in flessione nel secondo trimestre 2024 ed export appena positivo. Disoccupazione in calo al 3,6%

La Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei. Focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia.

In affanno dal 2023, il ciclo della manifattura italiana e lombarda rimane debole anche nel secondo trimestre 2024, con un rallentamento dell’attività produttiva di intensità similare ai primi mesi dell’anno. Tra aprile e giugno i livelli di produzione dell’industria regionale flettono del -0,7% rispetto al trimestre precedente e del -1,2% su base annua, per via di ordini in calo sul fronte sia domestico che estero. Più marcato è l’arretramento nel quadro nazionale, con la produzione manifatturiera italiana che scende del -3,1% sotto i livelli di un anno prima, in linea con la media europea (-3,2% l’Ue27). In primavera risulta negativo anche l’andamento di competitor quali Francia (-1,3%, fino ad ora invece su ritmi di crescita) e, soprattutto, Germania (-5,0%); al contrario, la Spagna segna il secondo incremento consecutivo, pari al +1,0%.

Con focus sulla congiuntura lombarda, nella prima metà del 2024 la debolezza dell’industria colpisce maggiormente le imprese con oltre 200 addetti, i cui livelli di produzione registrano tra aprile e giugno un -2,3% annuo, ma anche le realtà di piccole (10-49 addetti) e medie (50-199) dimensioni, pur con contrazioni più contenute al -1,0% e -0,7%.

Dinamiche differenziate si rilevano nella scomposizione per settori: il -1,2% complessivo lombardo sintetizza, da una parte, la crescita di produzione nei settori chimica (+3,8%), gomma-plastica (+2,7%), minerali non metalliferi (+2,6%), carta-stampa (+2,3%) e alimentari (+0,7%), dall’altra, le marcate contrazioni nei comparti pelli-calzature (-11,1%) e tessile (-11,2%).

Sui mercati esteri, dopo quattro trimestri consecutivi di flessioni (in cui comunque la regione ha performato meglio del commercio globale), si registra un’inversione di tendenza: tra aprile e giugno il valore delle vendite sui mercati esteri aumenta del +0,1% in Lombardia e del +0,5% in Italia su base annua, variazioni che, sebbene non indichino una netta crescita, interrompono il trend negativo dei periodi precedenti (nel complesso dei primi sei mesi del 2024 l’export lombardo arretra comunque del -1,6%, quello nazionale del -1,0%). Tra le regioni italiane di confronto, nel secondo trimestre 2024 una sostanziale stabilità interessa anche l’Emilia-Romagna (+0,2%), mentre è ancora in calo l’export di Veneto (-1,8%) e Piemonte (-6,8%). Tra i benchmark europei, le contrazioni proseguono nel Baden-Württemberg (-0,7%), in Cataluña (-1,2%) e nell’Auvergne-Rhône-Alpes (-4,1%); il Bayern si conferma l’unico a registrare un incremento sostenuto (+2,2%).

Nel dettaglio delle esportazioni lombarde per settori, contributi positivi vengono da elettronica (+13,5% rispetto al secondo trimestre 2023), chimica (+5,5%), alimentari (+6,9%), legno (+5,7%) e automotive (+3,9%). In negativo tutti gli altri comparti, in particolare si segnalano le contrazioni di moda (-8,8%) e metalli (-3,9%).

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, alla riduzione degli scambi delle imprese lombarde verso i principali mercati europei (nel secondo trimestre 2024 l’export verso la Germania si riduce del -1,7% e verso la Francia del -4,0%) si sommano importanti flessioni verso i Paesi extra-europei storicamente più rilevanti, tutti con andamenti negativi rispetto al secondo trimestre 2023 (Stati Uniti -2,2%, Svizzera -2,8%, Regno Unito -3,9%, Turchia -5,0%, e soprattutto Cina -9,4%). Nel complesso, tuttavia, si evidenzia che i mercati più lontani bilanciano quelli continentali, con traino particolare da Medio Oriente (Arabia Saudita +22,2%, Emirati Arabi Uniti +17,4%) e Asia (Hong Kong +17,2%, Singapore +11,6% e India +8,4%), così come dal Canada (+14,0%).

L’affaticamento dell’industria lombarda rilevato dai dati a consuntivo della prima metà dell’anno persiste anche nel quadro più recente che emerge dalle indagini qualitative di Istat. A settembre il clima di fiducia del manifatturiero nel Nord-Ovest cala per il quarto mese consecutivo: diminuiscono ulteriormente gli ordini in portafoglio, aumentano le giacenze di prodotti finiti e flettono le attese di produzione per i prossimi 3-4 mesi (sul minimo da novembre 2020). Il principale ostacolo alla produzione rimane l’insufficienza di domanda, riportata dal 22,5% delle imprese dell’area. Risultano elevate nel confronto storico anche la quota di realtà che segnala scarsità di manodopera (5,4% nel secondo trimestre 2024, oltre il doppio della media 2015-2023) e vincoli finanziari (con un balzo al 2,8% dal 0,9% del trimestre precedente). Il calo dell’indice di fiducia del manifatturiero interessa anche Italia, Germania e Francia, mentre cresce quello della Spagna.

Lato servizi, invece, la fiducia sale per il secondo mese consecutivo, sia in Italia sia nel Nord-Ovest. Nel dettaglio del Nord-Ovest, a settembre le imprese riportano un andamento aziendale altamente più favorevole, mentre gli ordini rimangono pressoché stabili e si ridimensionano le prospettive lato domanda per il breve termine. Il quadro, dunque, è positivo nei dati attuali ma più moderato per la parte finale dell’anno. Tra i Paesi europei di confronto, la fiducia dei servizi sale in Germania e flette in Spagna e Francia. 

Passando al mercato del lavoro, ancora una volta si conferma la dinamicità del contesto lombardo. Tra aprile e giugno 2024 il numero di occupati aumenta per il tredicesimo trimestre consecutivo (+51 mila rispetto allo stesso periodo del 2023) e supera così del +1,2% i livelli del secondo trimestre 2019. Al contempo diminuiscono i disoccupati (-41 nel confronto con un anno fa), proseguendo la discesa rispetto al pre-Covid (-29,8% sul 2019). A questi andamenti favorevoli si affianca, tuttavia, il primo incremento del numero di inattivi (+22 mila) dopo tre anni di ‘riassorbimento’: gli individui disoccupati e che non cercano lavoro sono ancora sopra al rispettivo livello pre-pandemico del +1,3%.

Nel secondo trimestre 2024 il tasso di occupazione lombardo sale così al 69,2% (dal 68,8% di un anno prima), sopra alla media italiana (62,3%) e solo di poco inferiore a Piemonte (69,5%) ed Emilia-Romagna (70,1%). Nello stesso periodo cala fortemente il tasso di disoccupazione lombardo, al 3,6% (dal 4,5% di un anno fa): la media nazionale è quasi il doppio (6,7%) e tra le regioni di confronto si attestano su percentuali più basse solo Veneto (2,7%) e Bayern (3,5%). Questo risultato pone inevitabilmente maggiore attenzione alla pressione tra domanda e offerta che sta caratterizzando il mercato del lavoro, dove la dinamicità determina (positivamente) una bassa disoccupazione ma anche (negativamente) crescenti problemi nel reperimento di figure professionali. 

Infine, alcuni segnali di difficoltà emergono dalle ore di cassa integrazione autorizzate in Lombardia, che a luglio 2024 salgono a 8 milioni (dai 7 milioni di giugno), registrando un incremento del +43,7% su base annua (dopo il +27% nel secondo trimestre).

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