Booklet Economia - Il PIL lombardo rallenta al +0,9% nel 2023 e +0,6% nel 2024. In uno scenario di stagnazione, cala ulteriormente la fiducia e prevalgono sentiment di stabilità o deterioramento sia per il presente che in prospettiva.
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La Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei. Focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia.
Nel 2023 la crescita dell’economia lombarda è attesa fermarsi a un magro +0,9%, più del +0,7% previsto per l’Italia ma decisamente meno del +3,2% registrato nel 2022. Rispetto alle previsioni formulate a luglio scorso, le attese sono riviste al ribasso (prevedevamo allora una crescita del +1,3%) a fronte di un quadro globale in decelerazione. Scomponendo il dato 2023 per macro-comparti, in Lombardia è continuata l’espansione di servizi (+1,9%) e l’agricoltura (+1,0%), mentre si contraggono l’industria (-1,9%), in rallentamento già dalla primavera, e le costruzioni (-0,7%). La crescita debole è prevista protrarsi nel 2024 con un PIL al +0,6% per l’economia lombarda e al +0,4% per quella italiana. Nell’anno in corso il numero di occupati regionali è atteso aumentare del +1,1%, quindi più del prodotto. A fine anno la Lombardia chiuderà così il divario con il pre-Covid e segnerà un +0,5% sui livelli 2019. Si stima che l’incremento dell’occupazione regionale proseguirà nel 2024 a tassi in linea con il PIL, quindi del +0,6%.
Il rallentamento in atto trova riscontro nelle indicazioni raccolte tramite la flash survey sul sentiment delle imprese di Assolombarda, condotta a inizio novembre e che ha coinvolto 304 aziende del manifatturiero e dei servizi. Sia per il trimestre corrente che per i primi mesi del 2024 prevalgono attese di stabilità o inasprimento del contesto economico rispetto al periodo precedente. Nel complesso del prossimo anno, il 40% del campione si attende una situazione economica regionale in linea con il 2023, il 34% prevede un peggioramento e appena un quinto un miglioramento. Guardando al numero di dipendenti, il 45% delle imprese rispondenti ha aumentato il proprio personale nel 2023 e il 38% l’ha mantenuto invariato; con riferimento al 2024, la quota di imprese che prevede un’espansione scende al 33% e quella di chi prospetta stabilità sale al 53%.
La dinamica di crescita lenta causa un ulteriore (leggero) calo del clima di fiducia del manifatturiero a ottobre sia in Italia che nel Nord-Ovest. Nel dettaglio di quest’ultimo, da un lato prosegue la brusca discesa degli ordini e dei livelli di produzione, entrambi sui minimi da novembre 2020, dall’altro si ridimensionano le scorte di prodotti finiti e salgono le aspettative di breve termine sia per gli ordini che per la produzione, sebbene le seconde rimangano su saldi negativi. Tra i benchmark europei, la fiducia del manifatturiero rimane ampiamente negativa in Germania, Francia e Spagna.
A ottobre il clima di fiducia nel Nord-Ovest diminuisce anche lato imprese dei servizi, ancora positivo ma sul livello più basso degli ultimi undici mesi. Si riporta una marcata flessione dell’andamento aziendale (prossimo allo zero) e una contrazione degli ordini, mentre le aspettative di domanda per i prossimi 3-4 mesi risultano più favorevoli. L’indice scende anche in Italia, mentre sale in Germania, Spagna e Francia (unica in zona negativa).
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