Booklet Economia: crescita del PIL lombardo ridotta al +2,6% per il 2022, ma ritorno entro l’anno sui livelli pre Covid. Rimandato invece al 2023 il recupero dell’occupazione.

La Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei. Focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia.

La guerra esacerba tensioni e incertezza, e il quadro economico appare sempre più composito, incrociando aspetti critici con elementi in controtendenza o comunque di complessa lettura. Sul fronte della fiducia, fino a marzo la domanda per il manifatturiero lombardo e del Nord Ovest è rimasta tutto sommato consistente (e ritroviamo questa ‘resistenza’ anche nelle stime dell’Istat sull’andamento del PIL italiano nel primo trimestre con una flessione contenuta al -0,2%). Tuttavia, ad aprile gli ordini in portafoglio crescono nel nostro territorio ad un ritmo decisamente più ridotto del recente passato, sui minimi dalla metà dello scorso anno. Al contempo, le aspettative di domanda e produzione, che si erano bruscamente ridimensionate a marzo come reazione immediata allo scoppio del conflitto, risalgono ad aprile ma anche qui i livelli sono i più bassi da febbraio 2021.

Soprattutto, il contesto continua a poggiare su elementi di forte instabilità: il perdurare della pandemia, come drammaticamente evidente nelle ultime settimane dalla paralisi di Shanghai, la fiammata dei prezzi di molte commodity, le spinte inflazionistiche, le difficoltà delle catene del valore a riorganizzarsi a livello globale. La durata e l’intensità di queste pressioni sull’offerta, unitamente a come reagirà la domanda, sono i fattori principali che oggi e in prospettiva possono gettare ulteriore sabbia negli ingranaggi della crescita.

Già da prima del conflitto le problematiche a livello micro erano infatti complesse. Secondo le rilevazioni più recenti, nel primo trimestre di quest’anno 1 impresa manifatturiera ogni 2 in Lombardia e nel Nord Ovest riscontra ostacoli alla produzione. Se questa situazione non è una novità perché si protrae dall’inizio dalla pandemia, il vero tema è che oggi l’ostacolo principale non riguarda la domanda, come invece era nel 2020, bensì la carenza di input produttivi che rende sempre più arduo programmare e mantenere l’attività a pieno regime. Difatti, 1 impresa industriale ogni 4 denuncia insufficienza di impianti e materiali (era 1 ogni 100 prima del Covid) e questa condizione si riverbera sulle scorte nei magazzini, tanto che 1 impresa ogni 6 dichiara un livello di materie prime e semilavorati inferiore al normale (una quota di aziende mai così elevata dall’inizio della serie storica, trenta anni fa).

Tutti questi elementi ci portano a rivedere decisamente al ribasso le previsioni di crescita del PIL lombardo nel 2022: dal +4% atteso a inizio anno al +2,6% secondo lo scenario aggiornato (di fonte Prometeia), quindi con lo shock congiunto prezzi-guerra che comporta un taglio di 1,4 punti percentuali alla crescita regionale per l’anno in corso. Nonostante questa importante revisione, la Lombardia dovrebbe comunque riuscire a colmare il divario con il pre Covid entro quest’anno, in anticipo rispetto all’Italia che posticipa al 2023.

Ricordiamo che nei due anni di pandemia la Lombardia prima ha perso quanto l’Italia, con una caduta di PIL del -8,9% nel 2020 (-9,0% l’Italia), e poi ha recuperato più velocemente, con un rimbalzo pari al +7,0%, superiore al +6,6% nazionale. Ciò nonostante, alla fine del 2021 persisteva ancora un divario pari al -2,5% rispetto al 2019, pur inferiore al -3,0% dell’Italia. Una situazione deficitaria comune alle altre regioni motore d’Europa, pur con intensità differenti: lo scorso anno il Baden-Württemberg registrava ancora un gap rispetto al pre Covid similare alla Lombardia (-2,2%), il Bayern più contenuto (-1,4%) e la Cataluña ben più ampio (-6,6%). Per quanto riguarda i tempi del recupero, simulando una crescita nel prossimo biennio pari a quella del proprio Paese, anche il Bayern è atteso ritornare nel 2022 sui livelli di PIL del 2019, al pari della Lombardia, mentre il Baden-Württemberg nel 2023 e la Cataluña ritarderà ulteriormente.

In Lombardia al recupero del PIL non corrisponde tuttavia una ripresa altrettanto rapida dell’occupazione, che è attesa ritornare sui livelli del 2019 non prima del 2023 (stime Prometeia). La flessione nel 2020 è stata pari al -3,1%, cui è seguito un +0,4% di crescita nel 2021 ed è previsto un +1,0% nel 2022, ma alla fine di quest’anno saranno ancora 76 mila gli occupati lombardi in meno rispetto al 2019. Più nel dettaglio, la situazione è critica anche per quanto riguarda la disoccupazione, con un tasso di disoccupazione in crescita al 5,9% nel 2021 in Lombardia (dal 5,2% nel 2020), ed è particolarmente severa per i giovani, considerato che la crisi pandemica ha aggiunto nuova disoccupazione a un livello già molto elevato nel confronto con i benchmark europei. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni lombardi è difatti salito al 21,2% nel 2021 (dal 19,4% nel 2020 ma anche dal 18,3% nel 2019), circa 15 punti percentuali in più rispetto al 5,7% di Bayern e Baden-Württemberg sebbene ampiamente meno rispetto all’elevatissimo 28,9% della Cataluña.

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Consulta le infografiche dinamiche tratte dai dati del Booklet Economia e disponibili sul web magazine di Assolombarda Genio & Impresa

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