Mckinsey Global Institute - Automazione: come cambia il lavoro? quale impatto su crescita e produttività?

Report McKinsey Global Institute.

In sintesi

Grazie all’automazione, il mondo crescerà di più

Lo studio affronta gli effetti dell’automazione delle attività lavorative, dai cambiamenti che produrrà sulle modalità di lavoro, alle conseguenze sull'occupazione, all’impatto sulla produttività.
Secondo lo studio l’aumento di produttività generato dall’automazione delle attività è in grado di aumentare il tasso di crescita annuo a livello globale tra lo 0,8% e l’1,4%. I benefici si avranno sia a livello macroeconomico - soprattutto nei paesi in cui la quota della popolazione in età lavorativa si sta riducendo a causa del processo demografico di invecchiamento della popolazione - sia microeconomico, consentendo alle imprese non solo di ridurre il costo del lavoro, ma anche di migliorare la qualità e diminuire i tempi di inattività.

Sono tante le attività lavorative potenzialmente automatizzabili

Già allo stato attuale della tecnologia l’automazione è in grado di cambiare il lavoro. Tutte le occupazioni hanno un certo potenziale di automazione: per alcune le attività sono interamente automatizzabili e per altre solo parzialmente, ma l’analisi stima che per circa il 60% delle professioni la quota che può essere affidata alle macchine è non meno del 30%.  

immagine 1 - potenziale automazione

E non stiamo parlando solo dei lavori che consistono nella semplice esecuzione di operazioni routinarie: viviamo in una nuova era tecnologica in cui i robot e i computer sono sempre più in grado di svolgere anche attività che richiedono capacità cognitive.

Secondo i calcoli della ricerca, l’automazione consentita dalle attuali tecnologie opportunamente adattate potrebbe riguardare - anche solo in parte - circa la metà di tutte le attività lavorative svolte*.

L’impatto sui lavoratori dipende dal tipo di attività svolta

Ovviamente il ritmo e la portata dell’automazione - e quindi l’impatto sui lavoratori - potranno variare tra le diverse attività, professioni, livelli salariali e abilità. 

I lavori che si prestano ad essere automatizzati prima sono quelli che comportano un’attività fisica (particolarmente diffusi nel settore manifatturiero e del commercio al dettaglio) e quelli che consistono nella lavorazione dei dati (raccolta e trasformazione).
Alcune forme di automazione riescono anche ad influire sulle competenze, consentendo di aumentare la produttività dei lavoratori altamente qualificati.

Lo studio stima la percentuali di risparmio di tempo di esecuzione reso possibile dall’automazione per le principali categorie professionali.

immagine 2 - figure

Il potenziale di automazione non è necessariamente legato alle professioni meno pagate: ci sono lavoratori con basso salario non possono essere sostituiti dalle macchine così come invece ruoli ad elevata remunerazione sono suscettibili di un certo grado di automazione.

immagine 3 - automatability

Più che creare disoccupazione, l’automazione aiuta a contrastare il processo di invecchiamento

Gran parte del dibattito attuale tende a mettere in luce il rischio di diffusa disoccupazione che potrebbe derivare dall’automazione: l’analisi evidenzia invece che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, nei prossimi anni è molto più probabile un deficit che non un surplus di lavoro umano.
I cambiamenti nella forza lavoro generati dalle tecnologie di automazione sono paragonabili, per ordine di grandezza, a quelli che i paesi sviluppati hanno sperimentato nel XX secolo nel passaggio da economie agricole a economie industriali. Quei cambiamenti non hanno comportato disoccupazione di massa di lunga durata perché sono stati accompagnati dalla creazione di nuovi tipi di lavoro non previsti al momento.
L’analisi dimostra che saranno ancora necessari gli esseri umani nel mondo del lavoro: i guadagni di produttività totale si stima arriveranno soltanto se le persone lavoreranno al fianco delle macchine.


Nello studio si sottolinea piuttosto il ruolo positivo dell’automazione nell’aiutare a colmare il divario che il deficit di unità lavorative contribuisce a creare rispetto alla crescita prevista.

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L’automazione ha un impatto globale, ma con effetti diversi da paese a paese

L’automazione avrà effetti di vasta portata in tutto il mondo, ma sono quattro le economie - Cina, India, Giappone e Stati Uniti - dove si concentrano i 2/3 della forza lavoro e la metà del monte-salari connessi alle attività automatizzabili.

immagine 5 - mondo

Tra le 20 più grandi economie si presentano tre tipologie di paesi, ciascuna delle quali può derivare propri vantaggi dall’automazione:
• le economie avanzate (Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea del Sud, Regno Unito, e Stati Uniti) affrontano problemi di invecchiamento della forza lavoro: in questi l’automazione è in grado di fornire la spinta di produttività necessario a mantenere le proiezioni di crescita economica;
• le economie emergenti con popolazione matura (Argentina, Brasile, Cina e Russia): qui l'automazione da sola consente di mantenere l’attuale Pil pro-capite, ma se l’obiettivo è seguire una traiettoria di crescita più veloce è necessario integrarla con trasformazioni di processo;
• le economie emergenti con popolazioni più giovani (India, Indonesia, Messico, Nigeria, Arabia Saudita, Sud Africa, e Turchia) sono in grado di mantenere l’attuale Pil pro-capite grazie alla continua crescita della popolazione in età lavorativa, ma è l’automazione che può generare la produttività aggiuntiva necessaria all’ulteriore sviluppo economico.

Macchina o uomo, non è solo questione di condizioni tecniche

La fattibilità tecnica è condizione necessaria, ma non sufficiente perché l’automazione trovi applicazione. Vanno considerati almeno altri quattro fattori:
• il costo dello sviluppo di hardware e software;
• il costo del lavoro e le condizioni di domanda e offerta sul mercato del lavoro (in presenza di abbondanza di lavoratori e loro basso costo l’automazione potrebbe essere meno conveniente);
• i benefici economici, in termini di livelli di produzione più elevati e la migliore qualità;
• l’accettazione sociale, che - al di là della convenienza economica - può influenzare il tasso di adozione (alcune funzioni si assistenza medica potrebbero in teoria essere svolte da un robot, ma i pazienti potrebbero preferire il calore umano).

Mentre gli effetti di automazione potrebbero essere lenti a livello macroeconomico nell’ambito di settori ed economie, potrebbero invece risultare piuttosto veloci a livello micro, per il singolo lavoratore la cui attività è automatizzato o le imprese attive in settori dove irrompono concorrenti che utilizzano l'automazione.

I materiali dello studio sono disponibili al seguente link: report Mckinsey.       

 

*Vengono considerati gli 820 profili attualmente classificati, mentre lo studio non si occupa di quelli che potrebbero essere creati in futuro.

  

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