Il ruolo della Centrale Rischi all’interno del Rating

Il Rating

Il rating è una valutazione sintetica della capacità del debitore di adempiere ai propri obblighi contrattuali e quindi si basa sulla probabilità di default2.

Il ruolo centrale del rating nel calcolo del requisito patrimoniale a carico delle banche spiega la sua importanza nel processo di delibera del credito, nella decisione se erogare un finanziamento e a quale prezzo.

Il rating viene attribuito sulla base di più gruppi di indicatori, ognuno dei quali concorre con un suo peso alla determinazione del giudizio finale:

  1. Dati di bilancio
  2. Dati andamentali
  3. Informazioni qualitative sull’impresa

Le imprese hanno diversi strumenti per gestire al meglio le componenti del proprio rating:

Credito 7

Il rating attribuito all’impresa non è affatto immutabile, viene periodicamente controllato e aggiornato dalla banca sulla base di tutte le informazioni disponibili (di norma almeno una volta all’anno).

Le componenti del rating

1. Componente Quantitativa (o di bilancio).

I bilanci d’esercizio dell’impresa consentono di analizzare la gestione economico-finanziaria dell’impresa ed in particolare il grado di indebitamento, ossia il rapporto nella gestione d’impresa tra l’utilizzo di capitale proprio e quello proveniente da fonti di finanziamento esterne; il livello di liquidità, ossia la capacità di un’impresa di finanziarsi tramite flussi di cassa generati dalla sua gestione; la redditività, percepita dal proprietario e dai soci che hanno investito nell’impresa il proprio denaro o i propri beni. Dal bilancio si possono ricavare indicatori utili per comprendere l’attività dell’impresa che richiede il finanziamento, i risultati conseguiti e per potere fare confronti nel tempo e con altre realtà simili. Più in generale, ai fini della valutazione in termini di rating compiuta dalla banca, è necessario che l’impresa fornisca i dati di bilancio in forma strutturata e secondo una visione d’insieme. Non è più sufficiente, ad esempio, fornire semplicemente i bilanci degli ultimi tre anni d’esercizio ma bisogna anche costruire uno schema in cui le diverse voci vengono riconciliate con quelle degli anni precedenti, motivando eventuali incongruenze rilevabili tra un anno e l’altro, come ad esempio quelle dovute ad una diversa politica degli ammortamenti o di valorizzazione delle scorte

2. Componente Andamentale. Questa componente è alimentata da:

    • Dati esterni, ovvero le rilevazioni della Centrale Rischi, un sistema informativo sull’indebitamento del soggetto verso le banche e le società finanziarie (volume linee di credito, utilizzo, sconfini, ritardi di pagamento delle rate di finanziamento, garanzie, etc);
    • Dati interni, ovvero la situazione dell’azienda con la singola banca (volume degli affidamenti e finanziamenti rispetto al giro d’affari dell’azienda, mancato o ritardato incasso dei crediti anticipati da quella banca, etc).

3. Componente Qualitativa. Le informazioni di carattere qualitativo si riconducono a un ampio spettro di informazioni relative ad esempio:

  • all’assetto giuridico e societario dell’impresa, se si tratta di un’impresa che fa parte di un gruppo, di una ditta individuale, di una società di persone, di capitali o di una cooperativa;
  • al suo sistema di governance, ossia la presenza o meno di un amministratore unico, di un consiglio di amministrazione, di un collegio sindacale, etc.;
  • alla qualità del management, ossia all’esperienza del management nel settore di appartenenza, caratteristiche del processo produttivo (ad esempio la presenza di una certificazione di qualità), all’adozione di specifiche procedure gestionali;
  • vantaggio competitivo;
  • alla presenza di piani industriali di sviluppo e di strategie commerciali;
  • ai fattori di rischio (fiscale, sindacale, ambientale, assicurativo);
  • ad altri aspetti relativi alla vita dell’impresa, tenendo conto nella valutazione delle diverse fasi del suo ciclo economico (avvio, sviluppo, piena attività, maturità, declino).

La raccolta di questo tipo di informazioni avviene generalmente attraverso incontri diretti tra la banca e il management dell’impresa e si consiglia di strutturarli in un Modello di Presentazione aziendale da aggiornare almeno annualmente.

Bibliografia

Banca d’Italia - Accesso alla Centrale Rischi

Note
1. Si parla di sofferenza quando il cliente è valutato in stato di insolvenza (cioè irreversibilmente incapace di saldare il proprio debito) anche se questo non è stato accertato in sede giudiziaria. La classificazione a sofferenza è il risultato della valutazione della situazione finanziaria complessiva del cliente da parte della banca o dell'intermediario finanziario. Le banche e gli intermediari finanziari devono informare per iscritto il cliente e gli eventuali coobbligati (ad esempio i garanti) la prima volta che lo segnalano a "sofferenza".

2. L'incapacità patrimoniale di un debitore di soddisfare le proprie obbligazioni.

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